Il G20 a San Pietroburgo

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La crisi siriana domina l’agenda

Agenda del G20 stravolta dalla crisi siriana, che finirà per dominare le discussioni dei leader delle 20 maggiori economie del mondo. Giovedì e venerdì, a San Pietroburgo, i temi della lotta all’evasione fiscale e la frenata alla crescita dei Paesi emergenti rischieranno di finire in secondo piano, per lasciare il posto ai tentativi di trovare un consenso della comunità internazionale sulla Siria.

A parte la Siria, in origine il G20 che, comunque, passata la fase più acuta della crisi, sembra aver perso l’appeal degli ultimi anni come forum per il coordinamento delle politiche economiche, aveva in cima all’agenda la frenata alla crescita dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), mentre si conferma la ripresa dell’eurozona, e le possibile conseguenze della fine della politica di stimolo monetario negli Stati Uniti.

Senza contare che dai leader del G20 si attendono passi ulteriori nella lotta all’evasione fiscale, rendendo globale lo scambio automatico delle informazioni, e misure a sostegno del commercio e contro il protezionismo, dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Ue.

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