Giammaria: Tari, Roma e il Lazio in vetta alla classifica dei costi per la Pmi
“Nel nostro paese – dice Valter Giammaria Presidente della Confesercenti di Roma e responsabile Area Ambiente Confesercenti – la Tari è una babele senza controllo. Nel 2016 la spesa media in bar e ristoranti è stata di 1.646 euro l’anno; rispetto al 2015 si registra un aumento dello 0,8%, 12,5 euro l’anno. Le regioni del centro sono quelle dove la spesa è maggiore in cui svetta Roma (1.719 euro l’anno). Le regioni dove la spesa per i rifiuti solidi urbani è più alta sono Liguria (2.453 euro/anno) e ancora il Lazio (2.148), ma lungo la Penisola si passa dai 4.802 euro pagati a Venezia ai 607 di Novara. La spesa media annua negli alberghi con ristoranti è di 6.883 euro, in aumento di 6 euro rispetto al 2015″.
“La stessa mancanza di chiarezza regna nel mercato dell’energia elettrica e del gas, dove la scelta del gestore è un salto nel buio. Le pmi, al centro di un autentico cambio di scenario, dovranno optare tra diverse offerte del mercato libero. Uno scenario che ha portato le famiglie a cambiare continuamente gestore perché c’è confusione su tariffe, vantaggi e svantaggi delle diverse offerte.
Con questa giornata – Energy Tari Day in tutto il territorio nazionale e a Roma – vogliamo mettere, come Confesercenti, in evidenza i ritardi e le contraddizioni della liberalizzazione del mercato elettrico e l’eterogeneità applicativa della Tari anche alla luce del fatto che Governo ha previsto il superamento della tutela di prezzo nel settore elettrico, per le famiglie e le piccole imprese, dal 1° luglio 2019”.
Da una ricerca Confesercenti, ISSCON e Federconsumatori, sulla Tari emerge che la gestione dei rifiuti in Italia riguarda un settore la cui produzione annua tende a calare. Nel 2015 (ultimi dati Isspra) sono stati prodotti 29,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una diminuzione dello 0,4%, rispetto all’anno precedente. Una riduzione complessiva, rispetto al 2011, di 1,9 tonnellate pari al 5,9%. A calare maggiormente è il centro Italia -0,8%, mentre il Nord si mantiene sulla media nazionale -0,4%. Al Sud la produzione si contrae dello 0,2%. La produzione pro capite dei rifiuti è di 487 chili per abitante (494 al Nord, 543 al Centro e 442 al Sud) a fronte di una media europea dei 28 paesi di 481 kg/abitante. Nel 2015 la raccolta differenziata ha raggiunto il 47,5% della produzione nazionale con un aumento del 2,3% sul 2014 superando i 14 milioni di tonnellate. Il miglior risultato lo si registra al Nord con il 58,6%, il 43,8 al Centro e il 33,6% per il Sud e le Isole, dove pare si segnalano realtà molto virtuose. Durante il periodo 2010-2015 la percentuale di raccolta differenziata è aumentata mediamente del 30%”.