Confesercenti: l’importante è non lasciare solo chi denuncia, incoraggiandolo e affiancandolo nei processi
La vicenda di Bagheria dimostra che il pizzo tradizionale non è morto. Colpisce ancora a tappeto facendo perno sulla paura: si paga per non avere problemi, per non rischiare.
Siamo di fronte ad una criminalità organizzata che cambia continuamente, nella quale elementi arcaici e moderni convivono. Una criminalità che utilizza sistemi più sofisticati per costringere le imprese a sottostare alla loro “protezione” (impostazione di manodopera, di servizi e di merci), senza tralasciare la tangente “porta a porta”.
In quest’ultima operazione di Bagheria, il modello della collaborazione tra autorità giudiziaria, forze di polizia e commercianti si è mostrato vincente. Si tratta dell’unico modello che possa funzionare e capace di dare i risultati che abbiamo visto.
Ma dopo il clamore, quando i riflettori si spengono, resta la paura, resta una situazione ancora complessa ed i commercianti, soprattutto quelli che hanno avuto il coraggio di venire allo scoperto, non vanno lasciati soli. Noi, attraverso la nostra organizzazione regionale, abbiamo offerto assistenza a tutti coloro che hanno deciso di ribellarsi, anche se non iscritti a Confesercenti. Lo facciamo da sempre a livello nazionale e sul territorio, attraverso Sos-Impresa, incoraggiando ed affiancando le imprese nel momento della denuncia, accompagnandoli a denunciare, sostenendoli economicamente e costituendoci parte civile nei processi.
Il risultato di Bagheria è senza dubbio un successo che da la misura di uno Stato che avanza e di una criminalità organizzata che si ritira. Ma questo sta avvenendo soprattutto nelle grandi città e nei capoluoghi, mentre nella provincia il problema è ancora fortemente presente. E’ importante non abbassare la guardia e, per quanto riguarda le organizzazioni delle imprese, non far mancare mai il sostegno a chi ha il coraggio di dire basta.