Con la nuova legislatura è ripartito il confronto parlamentare per la nuova legge sul pane fresco
Come si ricorderà, nella precedente tornata legislativa il testo condiviso alla Camera a firma dell’on. Romanini, si arenò in Senato, all’ultimo scoglio, per interruzione della legislatura. Mancarono i tempi necessari perché anche il Senato lo approvasse, così come era accaduto alla Camera. Il bicameralismo perfetto e i tempi lunghi del Parlamento impedirono che una legge a lungo attesa dalla categoria vedesse la luce.
L’esigenza di dare certezza ai consumatori sul pane che acquistano e ai panificatori di tutelare il lavoro artigianale è tornata ad essere all’attenzione del Parlamento che ha prodotto diverse iniziative legislative di valorizzazione del pane fresco.
La situazione delle attività parlamentari sul tema al momento è la seguente:
-al Senato risulterebbe il testo del Disegno di Legge TARICCO ed altri: “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane” (Atto Senato 169), presentato il 25 giugno 2018 u.s. e assegnato alla Commissione X (Industria, commercio, turismo) per l’esame, non ancora iniziato. Il contenuto del DDL è conforme all’ex Proposta di Legge Romanini, già a suo tempo approvato alla Camera.
-alla Camera abbiamo il testo della Proposta di Legge GADDA ed altri: “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane” (Atto Camera 636), presentato il 17 maggio 2018 u.s. e ancora da assegnare per l’esame, e il testo della Proposta di Legge L’ABBATE ed altri (tra i quali il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera on. Filippo Gallinella): “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane” (Atto Camera 904), presentato l’11 luglio 2018 u.s. e ancora da assegnare per l’esame.
Le diverse iniziative dimostrano l’attenzione e la sensibilità verso il settore e i consumatori.
“Interessante sarebbe ripartire dal testo Romanini che già aveva avuto un prima via libera da una delle Camere del Parlamento. Si guadagnerebbe tempo prezioso- dice una nota di Assopanificatori Confesercenti. In effetti alcuni testi in presentazione ripropongono i contenuti della proposta Romanini.
“È necessario riprendere al più presto il lavoro interrotto per portare a compimento un progetto fondamentale per la promozione delle produzioni tipiche e dell’agroalimentare italiano, dice nella presentazione il sen. Taricco. Il disegno di legge pone l’accento proprio su uno degli elementi caratteristici della cultura italiana e della cucina italiana: il pane, un elemento essenziale che non manca mai sulla tavola degli italiani e che non ha conosciuto crisi, nonostante le quantità consumate siano progressivamente diminuite con il passare del tempo. Si tratta di un settore che vale diversi miliardi di euro e che occupa 140.000 addetti in 26.000 imprese, in gran parte di dimensioni familiari. Il disegno di legge pone l’accento sulla specificità e sulla tipicità del pane italiano, un patrimonio inestimabile, che conta circa 200 specialità, di cui 95 già iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il pane fresco è il risultato di competenze e conoscenze, pratiche e tradizioni che costituiscono un patrimonio culturale nazionale, che abbiamo il dovere di preservare e valorizzare con accorgimenti specifici, necessari ad informare il consumatore, certo, ma anche a tutelare le produzioni artigianali. Le innovazioni e le nuove tecnologie hanno portato ad un’evoluzione delle modalità di produzione e vendita del pane e le tecniche di conservazione del freddo hanno reso l’offerta di questo prodotto estremamente variegata. Accanto a quello tradizionale, ottenuto con un impasto di acqua, farina e lievito, con l’aggiunta eventuale di altri ingredienti, come l’olio, cotto e venduto nell’arco di poche ore, oggi è possibile trovare sul mercato pane ottenuto per completamento di cottura, effettuato nel punto vendita, anche a partire da basi congelate. Le possibilità di scelta del consumatore, quindi, sono considerevolmente aumentate; ciò che ancora manca, tuttavia, è la possibiità per i consumatori di accedere a informazioni corrette sulla qualità e sulle caratteristiche del pane posto in commercio. Si tratta, quindi, di allineare la normativa in vigore alle mutate opportunità di produzione e commercializzazione di un prodotto che è e deve restare tipico della tradizione italiana. Da oltre dieci anni, cioè dalle liberalizzazioni del 2006, il settore della produzione artigianale del pane necessita di norme chiare che consentano al consumatore di riconoscere il pane fresco artigianale dal pane conservato e da quello prodotto con base surgelata, magari confezionata altrove, anche fuori dall’Unione europea. Le differenze sono sostanziali: per il pane artigianale servono acqua, farina, sale e la lievitazione di una notte, mentre per il pane industriale si possono avere tempi di preparazione ridotti e ingredienti aggiuntivi, fra cui conservanti utili per una più lunga resistenza all’invecchiamento. Differenze non da poco, delle quali i consumatori hanno il diritto di avere contezza.”
Sulla questione, il Presidente della Commissione Agricoltura, on Filippo Gallinella, intervenendo ad una manifestazione di Fiesa Confesercenti lo scorso 18 aprile aveva chiaramente indicato l’obiettivo di traguardare l’approvazione della legge sul pane fresco nel corso di questa legislatura. La sua firma alla Proposta di legge L’Abbate conferma la volontà di giungere al risultato di dare al paese, ai consumatori e alla categoria certezza di riferimenti normativi.
“Un primo risultato positivo per le nostre imprese di panificazione, piccole e medie, che potranno vedere riconosciuta la loro tradizione artigiana, fatta di sapienza e passione tramandate per generazioni è dato dalla presentazione dei diversi progetti di legge. Il nostro auspicio è che al di là delle maggioranze politiche si arrivi ad un testo unico condiviso per facilitare il lavoro delle commissioni. Assopanificatori si muoverà su questa linea, per facilitare il riconoscimento legislativo sia dell’attività di “Panificio” che della figura del Panificatore “Responsabile dell’attività produttiva”. Sarebbe una vittoria in generale per il pane italiano, grazie alla netta distinzione tra prodotto Made in Italy e non, dice il Presidente di Assopanificatori Confesercenti Davide Trombini. E’importante che le proposte di legge sulla produzione e vendita del pane non solo pongano l’accento sulla tipicità del pane italiano, ma che definiscano il “Pane Fresco” distinguendolo, chiaramente, da ciò che pane fresco non è. Quindi, finalmente, si vuole dare un regolamento alle modalità di vendita delle diverse tipologie di pane, facendo terminare tutte le pratiche di comunicazione selvaggia al consumatore, che viene illuso di acquistare come “pane caldo, pane di giornata o appena sfornato” prodotti che non hanno nulla a che vedere con il pane fresco, e senza neppure avere alcuna comunicazione della provenienza, a discapito del Made in Italy. Siamo perciò soddisfatti delle iniziative presentate e come Federazione siamo pronti a dare il nostro contributo e il nostro sostegno ai parlamentari che stanno lavorando su questo tema.”