A partire dal mese di novembre l’Opec+, il cartello dei paesi produttori di greggio più la Russia, taglierà la produzione di due milioni di barili al giorno.
“La decisione – si legge nel comunicato finale – è stata presa alla luce dell’incertezza che circonda le prospettive economiche e del mercato petrolifero globale. Ma anche per la necessità di migliorare le linee guida a lungo termine per il mercato e in linea con l’approccio vincente di essere proattivi”.
Per quanto riguarda le riunioni, quella del Comitato di monitoraggio ministeriale congiunto (JMMC) si terrà ogni due mesi mentre la ministeriale Opec e non Opec (ONOMM) ogni 6 mesi.
Il Comitato (JMMC), comunque, potrà tenere riunioni aggiuntive o richiedere una riunione ministeriale OPEC e non OPEC in qualsiasi momento. Un meccanismo pensato per affrontare gli sviluppi del mercato, se necessario.
Il taglio della produzione di petrolio annunciato oggi dall’Opec+, il cartello dei paesi produttori di greggio più la Russia, aumenta in timori di un rialzo dei prezzi. E’ questa l’opinione degli analisi del settore, secondo quanto riporta il sito del quotidiano britannico ‘Guardian’.
“La decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio è finalizzata solo a stabilizzare il mercato petrolifero”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Qui non si parla di solidarietà con un Paese in particolare”.
Il presidente Usa Joe Biden ha criticato la decisione dei paesi produttori definendola “miope”. Il presidente ha sottolineato che il taglio “non era necessario”, aggiungendo di essere “preoccupato”. In una dichiarazione la Casa Bianca fa sapere che “l’amministrazione si consulterà con il Congresso su ulteriori strumenti e meccanismi per ridurre il controllo del cartello sui prezzi dell’energia”.
“Il taglio è il maggiore dall’aprile 2020 e va nella direzione di mantenere i prezzi alti dopo sette anni di un mercato relativamente debole. Dopo aver superato i 100 dollari al barile nei primi sei mesi del 2022 i prezzi sono scesi del 32% negli ultimi quattro mesi. Il Brent, in particolare, è andato per la prima volta sotto gli 83 dollari al barile da gennaio.
I membri dell’Opec+ hanno precisato che le decisioni prese sono da considerare una risposta tecnica a un’economia globale in declino. In particolare per quanto riguarda la Cina, dove le restrizioni legate al Covid-19 hanno danneggiato la domanda di petrolio.