“Fondamentale, adesso – dice De Luise – non ripetere gli errori del 2011-2012 ed evitare manovre correttive improntate all’austerity”
“Il dato odierno del Pil, purtroppo, era atteso. Dopo due trimestri di riduzioni, che certificherebbero l’ingresso in recessione tecnica, la nostra economia, seppure in ‘buona compagnia’, ad esempio con l’economia tedesca che segna anch’essa una battuta d’arresto, continua a mostrarsi come una delle più deboli dell’area dell’euro”. Così la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise sui dati Istat del Pil.
“Anche se, indubbiamente, l’attuale frenata deriva più da circostanze esterne, la dinamica attuale è fonte di grande preoccupazione. Qualche giorno fa la Banca d’Italia stimava una variazione del Pil per l’anno in corso dello 0,6%, ora l’Istat ci suggerisce che il quadro potrebbe essere anche peggiore. Di questa situazione risentono pesantemente i consumi delle famiglie. Il rallentamento delle esportazioni si accompagna infatti alla frenata della domanda interna, già da tempo segnalata da Confesercenti per quel che riguarda la spesa delle famiglie”.
“Fondamentale, adesso – conclude De Luise – sarà non ripetere gli errori del 2011-2012 ed evitare manovre correttive improntate all’austerity. Per contrastare il ciclo negativo è necessaria anzi una manovra ‘migliorativa’: servono più risorse sul piatto per investimenti e consumi, non più tasse. Soprattutto, è necessario fugare le incertezze di famiglie e imprese: la manovra approvata a dicembre presenta alcune importanti misure espansive, dal Reddito di Cittadinanza al mancato aumento dell’IVA, che possono aiutare a contrastare il rallentamento economico in atto. Non sono, però, sufficienti: occorre fare di più a partire dagli investimenti e dal capitolo credito, ancora bloccato, e per cancellare già ora i possibili aumenti del fisco locale e quelli dell’IVA previsti dalle clausole di salvaguardia: la strada da percorrere per restituire fiducia a famiglie ed imprese, il cui calo è il principale ostacolo alla ripartenza dell’economia. Ma dobbiamo far presto, non aspettiamo oltre”.