Presidenza Fiesa: urgente intervento governativo di calmierazione dei prezzi energetici e delle materie prime alimentari

La Presidenza Fiesa Confesercenti, condannando il ricorso alla guerra, ha analizzato i principali effetti sui prezzi e sui mercati alimentari. Come è noto l’indice Fao dei prezzi dei prodotti  alimentari ha raggiunto lo scorso febbraio picchi molto elevati mentre  per alcuni prodotti di prima necessità i prezzi corrono ancora più velocemente, condizionati dal conflitto bellico in atto e dai conseguenti aumenti dei prodotti energetici per i quali si attendono ulteriori rincari.

Il Presidente nazionale Fiesa Daniele Erasmi ha denunciato che “la  guerra è un grave macigno che pesa sull’economia nazionale a tutti i livelli, influenzando la dinamica dei prezzi dei prodotti alimentari, per via dei costi della logistica, che si espandono su tutti i beni alimentari a cominciare dal pane, dalla pasta e dai prodotti da forno per i quali si sommano anche i rincari di grano e mais per diverse concause internazionali, che c’entrano poco con la guerra essendo provenienti solo per il 6% del grano tenero dall’area interessata dal conflitto bellico e ancor meno per il grano duro. A queste preoccupazioni si sommano quelle derivanti dallo sciopero dell’autotrasporto minacciato a più riprese  e quello dei pescherecci: in entrambi i casi si metterebbero in gravissima difficoltà gli approvvigionamenti alimentari”.

“La questione riguarda tutte le categorie e non si può rincorrere ora l’una ora l’altro con interventi tamponi. Energia elettrica, gas e carburanti sono voci di costo che attengono tutte le categorie sia della logistica che delle imprese produttive e della distribuzione. Il Governo deve mettere in campo provvedimenti organici di contenimento degli aumenti. Lo scenario è tale che  presumibilmente le tensioni internazionali si faranno ancora sentire nelle prossime settimane in linea  con la situazione di guerra in Ucraina. Le imprese alimentari della distribuzione sono molto esposte sul fronte energetico, per le necessità della catena del freddo e del ciclo del caldo e per la logistica. Allo stesso tempo c’è necessità del prodotto fresco che uno sciopero di autotrasporto e marinerie metterebbe in forse, con ripercussioni anche più pesanti sul mondo degli allevamenti”.

“Il Governo faccia un intervento quadro per sostenere la filiera alimentare stabilendo un prezzo massimo, un tetto a carburanti, luce e gas, considerato che nessuna impresa è in grado di sopportare il raddoppio dei costi fissi. Allo stesso tempo – ha concluso il Presidente Erasmi – si metta mano alla riorganizzazione della politica agricola e si punti ad una politica di sicurezza alimentare meno dipendente dall’estero e più diversificata scommettendo sull’enorme patrimonio agro alimentare italiano”.

 

Condividi