L’analisi dell’associazione: taglio Irpef via maestra per riportare reddito e fiducia tra le famiglie italiane.
I dati dell’inflazione a Febbraio sono una doccia fredda, anche se non del tutto inattesa: come abbiamo più volte segnalato, infatti, dall’ultimo trimestre del 2015 la ripresa dei consumi ha iniziato a frenare. Anche le vendite di dicembre, nonostante il Natale, sono state sotto le attese. Il calo dei prezzi di febbraio, dunque, pure se influenzato dagli energetici, ci conferma che il mercato interno è ancora in una fase di difficoltà.
Così Confesercenti sul dato dell’inflazione a Febbraio, diffuso oggi dall’Istat.
Lo scenario, caratterizzato da una flessione generalizzata dei prezzi, è ancora dominato dal calo dei costi dell’energia: sull’onda lunga della flessione della quotazione internazionale del greggio, carburanti e tariffe energetiche contribuiscono all’andamento negativo dei prezzi al consumo. La peculiarità della fase in atto è certamente rappresentata dalla durata della flessione e dalla sua intensità.
Il dato deflattivo diffuso oggi dall’Istat, però, conferma in termini numerici anche la flessione della fiducia da parte delle famiglie che, evidentemente, ha portato ad una contrazione della domanda di beni, con inevitabili ricadute sul comportamento delle imprese, improntato alla cautela. La diminuzione registrata in molti comparti, infatti, suggerisce che la domanda dei consumatori sia in questa fase più debole di quanto previsto. La ripresa della spesa delle famiglie registrata nei primi 9 mesi del 2015 pare aver perso forza, complice la crescita di una certa incertezza sulle prospettive economiche del Paese.
In questo scenario, dobbiamo prepararci a correre ai ripari, anche perché uno stimolo importante alla crescita del Pil può provenire solo dai consumi, visto che gli investimenti hanno ancora bisogno di tempo per manifestarsi. C’è bisogno di un intervento coraggioso, che dia un po’ di ossigeno alle famiglie e aiuti la ripartenza della spesa. Il progetto di taglio dell’Irpef, largamente riportato dalla stampa in questi giorni, se confermato, sarebbe senz’altro la via maestra da percorrere il prima possibile per riportare disponibilità di reddito e fiducia tra le famiglie italiane.