Ravenna, I trimestre con il segno meno per il commercio

Confesercenti: numeri della Camera impietosi, non si può solo assistere 

 

I dati pubblicati in questi giorni dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Ravenna relativi all’andamento del registro imprese nel primo trimestre del 2018 in provincia di Ravenna, evidenziano ancora la situazione di criticità del settore commerciale che continua e corrisponde peraltro anche con l’andamento dei consumi del periodo, prevalentemente fiacco.

Partiamo dai numeri sempre più impietosi e indicativi e che non dovrebbero e non devono preoccupare solo noi: nel primo trimestre 2018 nel commercio ci sono 93 aziende registrate in meno rispetto a dicembre 2017 (-111 rispetto allo stesso periodo del 2017). Anche nel turismo si registrano 37 aziende in meno rispetto a dicembre 2017 (qui +21 rispetto allo stesso periodo del 2017). Se esaminiamo l’andamento del registro imprese dell’ultimo decennio commercio all’ingrosso e al dettaglio hanno 823 aziende (quasi l’11% del totale) registrate in meno, mentre il commercio di autoveicoli registra ben 296 aziende in più per il noto fenomeno delle vendite di auto usate.

Il turismo sempre in 10 anni invece registra 260 (tra cui +17 Alberghi + 233 Bar e Ristoranti) aziende in più. Per completare il dato di andamento in dieci anni nel solo commercio al dettaglio hanno cessato 3.590 aziende mentre se ne sono iscritte 2.082. Nel 2009 erano 52 le aziende registrate di commercio via internet oggi sono 115. Se a questi dati numerici che peraltro sono solo una parte dell’andamento complessivo del settore si accompagnano i dati diffusi dall’Istat sulle vendite al dettaglio a fine marzo i sintomi di difficoltà del quadro congiunturale si confermano insieme all’indebolimento della lieve ripresa di altri settori e alle previsioni di rallentamento dei consumi per questi 3 anni e senza dimenticare l’impatto sempre più forte delle vendite on line.

Rinnoviamo il nostro forte appello alle istituzioni, ai partiti, agli stessi cittadini. Non è un problema solo dei commercianti. Non si può solo assistere e inermi a questi andamenti. Di questo passo si indeboliscono le nostre città, i nostri paesi, il tessuto economico e sociale del territorio. Ce n’è per tutti: dal Governo, per il quale serve una soluzione stabile e autorevole per decidere e presto (bloccando da subito l’aumento dell’IVA previsto dalle clausole di salvaguardia e per le scelte importanti da assumere a livello europeo); alle istituzioni locali e regionali (tariffe, valorizzazione dei centri, blocco della grande distribuzione, etc).

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