Nella giornata di ieri una delegazione di Rete Imprese Italia guidata dal Coordinatore Energia Ambiente di Confesercenti, Gaetano Pergamo, audita dalle Commissioni Industria e Ambiente del Senato, presieduta dal Sen. Massimo Caleo, sulla comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo sulla strategia dell’UE in materia di riscaldamento e raffreddamento, ha evidenziato che l’obiettivo ricadente nella strategia 20-20-20 da qui al 2020 può liberare risorse in termini di efficentamento per oltre 500 miliardi di euro, pari circa a 9 miliardi di euro l’anno solo in Italia.
La delegazione di RII ha sottolineato l’importanza dell’Atto comunitario all’esame del Parlamento italiano concernente la rilevante tematica della strategia europea tesa ad implementare l’efficienza e la sostenibilità delle tecniche per il riscaldamento ed il raffreddamento degli edifici sia domestici che aziendali.
Tale iniziativa – ad avviso di Rete Imprese Italia – è da ritenersi essenziale, poiché risulta da stime accreditate che in Europa il riscaldamento degli ambienti d’inverno ed il condizionamento d’aria in estate costituiscono almeno il 50% dell’intero consumo energetico del continente, assorbendo tra l’altro circa il 68% delle importazioni di gas. Dette percentuali dipendono principalmente dal fatto che la maggior parte delle costruzioni europee, per lo più edificate in epoca risalente e caratterizzate da un insufficiente tasso di ristrutturazione e di ricorso alle fonti da energie rinnovabili, denotano ad oggi un evidente spreco energetico.
A tal proposito, la Commissione UE evidenzia come gli edifici stessi subiscano frequenti perdite di calore o di freddo a causa della loro scarsa qualità, elemento motivato in parte dal dato oggettivo che i due terzi del parco immobiliare europeo sono stati costruiti quando i requisiti di efficienza energetica erano limitati o addirittura inesistenti, ferma restando la probabilità che nel 2050 la maggior parte di tali costruzioni sarà ancora in uso.
Dall’Atto comunitario può evincersi altresì che mediamente il 6% della spesa europea per i consumi energetici è dovuta al riscaldamento ed al raffreddamento, mentre l’11% della popolazione europea non dispone dei mezzi necessari per riscaldare sufficientemente la propria casa in inverno, né di adeguate informazioni sui costi e sui consumi.
RII ha poi focalizzato l’intervento sugli strumenti nazionali messi a disposizione del sistema paese per efficientizzare il parco immobiliare privato e pubblico. Come è noto i principali programmi a sostegno della riduzione dei consumi energetici del nostro Paese sono:
· il meccanismo delle detrazioni fiscali (65% edilizia, 50% ristrutturazioni);
· il Conto Termico (è in partenza dal 31 maggio 2016 la versione 2.0);
· il meccanismo di mercato dei certificati bianchi.
Su questi punti è stato evidenziato che per quanto concerne lo strumento delle detrazione fiscali, occorre allargare l’orizzonte di validità di tale strumento sia sul piano temporale che tecnologico, passando dalla proroga annuale ad almeno quella triennale, mentre sul piano delle tecnologie, è stato evidenziato che il meccanismo fiscale non comprende al suo interno la cogenerazione e quelle inerenti il comparto dell’illuminazione. In merito al Conto Termico, Rete Imprese Italia ha evidenziato l’inerzia del settore pubblico ad investire nella riqualificazione energetica, sottolineando che ancora molto resta da fare in tale settore, che può svolgere un ruolo da volano per molte imprese italiane specializzate nell’efficienza energetica. In merito ai certificati bianchi, RII ha sottolineato che gli operatori del settore aspettano da tempo l’emanazione delle linee guide ad opera del Ministero dello Sviluppo Economico e vi è il rischio che un’offerta limitata di titoli sul mercato possa innescare meccanismi speculativi con ricadute negative sulle tariffe dei consumatori finali evidenziando che bisogna ridurre gli spazi di ambiguità della normativa, dare certezza agli operatori e potenziare le schede standardizzate.
RII ha poi significato che ritiene opportuno destinare una parte dei finanziamenti per l’efficienza energetica alla realizzazione di interventi c.d. “campione” su varie tipologie di attività in alcuni edifici di servizio, al fine di incoraggiare ulteriormente i consumatori verso l’efficienza energetica, creando una parallela piattaforma web ove inserire i dati della diagnosi energetica effettuata prima e dopo l’intervento “campione” in modo tale da individuare l’eventuale beneficio economico ed ambientale che ne derivi.
RII ha sostenuto che è necessario mantenere ferma l’attuale definizione della contabilizzazione del calore e va garantita agli utenti finali la possibilità di utilizzare, oltre che i ripartitori di calore – utilizzabili solo per alcune tipologie di corpi scaldanti – anche i totalizzatori di calore. Per quanto attiene invece all’autoproduzione, Rete Imprese ha segnalato che lo spostamento di alcune componenti tariffarie dalle parti variabili (€/KWh) alle parti fisse (€/mese o €/KW) agevolerà chi consuma di più in quanto ha un guadagno nella riduzione della spesa relativa alle parti variabili, mentre penalizza i progetti basati sull’autoconsumo.
Infine la rappresentanza di RII ha evidenziato che ad oggi nonostante gli strumenti messi a disposizione solo l’1% del patrimonio immobiliare fruisce delle agevolazioni. Questo dato deve far riflettere sulla effettiva conoscenza da parte degli utenti degli strumenti messi a disposizione per perseguire gli obiettivi di efficienza e risparmio energetico in tema di raffreddamento e di riscaldamento. In questo senso Rete Imprese Italia condivide la strategia espressa nell’Atto comunitario di favorire una maggiore informazione ai cittadini sulle opportunità connesse ai risparmi energetici tramite il coinvolgimento diretto delle Associazioni di categoria che possono promuovere Audit energetici, giornate formative, elaborati verso le categorie interessate, riscontrando l’interesse delle commissioni.
RII ha anche sottolineato l’opportunità, peraltro evidenziata anche dalla Commissione – di trovare soluzioni per ripartire tra proprietari ed inquilini i benefici derivanti dall’efficienza energetica, nonché a garantire l’erogazione alle famiglie in condizione di disagio di una quota dei finanziamenti per l’efficienza energetica. Questo tema è molto importante considerata l’alta percentuale di operatori economici che conducono le attività in regime di locazione commerciale.