“Bene impegno istituzioni, risultati importanti per il territorio, ma difficoltà per imprese restano”.
“Ricostruzione avviata, bene l’impegno delle istituzioni. E nonostante il permanere delle difficoltà per le imprese, andiamo avanti”. A quattro anni dai tragici giorni che misero in ginocchio l’area Nord della provincia, il 20 e 29 maggio 2012, quando il terremoto devastò la bassa modenese, ReTE Imprese Modena, a cui aderiscono Confesercenti, Ascom Confcommercio Fam, Lapam Confartigianato e CNA guarda al futuro della zona e delle attività imprenditoriali. E lo fa, partendo dagli ultimi risultati ottenuti: ovvero l’impegno del Governo a trovare una soluzione legislativa al problema della restituzione dei finanziamenti ottenuti per i danni provocati dal sisma. Rete Imprese Modena, infatti, unitamente alla Regione ed alcuni parlamentari modenesi, ha incontrato nei giorni scorsi il Ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi.
“Abbiamo avanzato al Governo una serie di proposte atte a prorogare la scadenza del rimborso dei mutui contratti dalle imprese dell’area del sisma per pagare imposte e contributi – spiega Massimo Silingardi presidente di Confesercenti Modena e attuale portavoce di ReTE Imprese, che aggiunge – In sostanza abbiamo chiesto lo spostamento del pagamento della prima rata al 31 dicembre 2016, la restituzione del finanziamento in cinque anni (a partire dall’1 gennaio 2017) ed anche il mantenimento di tutto il periodo di restituzione (cinque anni) della Garanzia dello Stato verso il sistema bancario.”
“A ciò si affianca, il riconoscimento delle ‘zone franche urbane’ per i centri colpiti dal sisma, il cui beneficio fiscale, è stato ufficialmente riconosciuto nei giorni scorsi a circa 1800 imprese del territorio – evidenzia Erio Luigi Munari, presidente di Lapam Confartiginato Modena e Reggio Emilia – senza dimenticare, tuttavia, il problema dei tempi di pagamento per la filiera dell’edilizia, così come i rischi di mancato pagamento per le imprese di subappalto in caso di procedure fallimentari o concordatarie delle imprese affidatarie dei lavori di ricostruzione, sollevati un anno fa da Rete Imprese ed oggi rimarcati da un ordine del giorno adottato dal Comune di Mirandola”.
Secondo le Associazioni Imprenditoriali, sono ancora diversi però i problemi che attendono soluzione: “Nonostante l’impegno da parte della Regione, la burocrazia ed i ritardi dovuti alla complessità degli interventi stanno ancora rallentando parte della ricostruzione degli immobili privati presenti nei centri urbani spesso sedi di attività commerciali e artigianali – afferma Giorgio Vecchi presidente provinciale di Ascom-Confcommercio Modena che sottolinea anche la difficoltà delle Amministrazioni comunali per l’avvio della ricostruzione degli edifici pubblici – Un tema di cruciale importanza per la ripartenza dei cuori storici dei paesi colpiti dal sisma. Per la ragione che le imprese già presenti nei centri e quelle ancora delocalizzate, hanno necessità, per poter rientrare nei centri storici e continuare la loro attività lavorativa, del ritorno dei residenti e di tutti quei sevizi di natura amministrativa o culturale che garantiscono attrattività. Continua a rimanere alta, urgente e fondamentale l’esigenza di mettere in atto importanti azioni di contrasto al caro affitti.
“Oggi – conclude Umberto Venturi presidente di CNA Modena – ogni valutazione positiva inerente le imprese passa necessariamente attraverso l’accoglimento delle nostre richieste rispetto il finanziamento delle imposte. Se approvate possiamo parlare di risultati utili alle imprese. Non sufficienti da soli però a risolvere le persistenti difficoltà in cui le aziende del territorio si trovano ad operare. Da parte nostra l’impegno non verrà meno, proseguendo il confronto condotto in questi anni con le istituzioni locali, regionali e nazionali.”