Il tetto del 3% al deficit-Pil è un contratto che non va violato
“Il tetto del 3% al deficit-Pil è un contratto che i paesi europei hanno stipulato tra loro. Violare un contratto ha sempre dei costi”. A sottolinearlo è stato Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia intervenuto al Meeting di Confesercenti a Perugia. Parlando del caso italiano, il direttore generale ha aggiunto: “nel caso specifico della nostra economia, del nostro paese, io credo che in questa contingenza storica bisognerebbe non farlo. Farlo solleverebbe allarmi e preoccupazioni e abbiamo già visto nelle istituzioni europee sollevarsi preoccupazioni alla sola ipotesi che questo possa accadere”.
“Per la ripresa economica l’Italia non può aspettare che la manna cada dal cielo – ha aggiunto Rossi -. Nel paese si sta registrando un arresto della caduta e un lento cominciare a risalire un pò. Vuol dire che i problemi sono risolti e basta star fermi e aspettare che il ciclo riparta e che la manna cada dal cielo? Ovviamente no. Stiamo soltanto parlando di un arresto della caduta forte e prolungata nel tempo”. “Si tratta di una notizia che intanto ci deve confortare, rispetto a una caduta senza fondo. Ci deve confortare il fatto che si è toccato il fondo e si ricomincia a risalire”.
Infine, sul tema del credit crunch Rossi ha evidenziato la sussistenza fisiologica di un duplice aspetto: da un lato una maggiore selettività delle banche che hanno registrato un peggioramento della qualità del credito, dall’altra una stretta degli investimenti da parte delle imprese in un quadro di forte incertezza. ”E’ fisiologico che ciò avvenga in questo clima – ha detto -. Possiamo chiederci se la selettività operata dalla banche sia efficiente o non efficiente, se discrimini davvero le imprese che hanno potenzialità future”.