Il cuore storico è in agonia, i commercianti scappano: sfitti tre locali ogni dieci
Oltre il 30 per cento dei negozi del centro storico è sfitto. A dare un dato preciso è il presidente di Confesercenti Primo Vitaliano Bressanin. Ma basta fare due passi per la città per accorgersi delle vetrine spente, impolverate e ricoperte di locandine stracciate. Una brutta immagine del cuore di Rovigo che batte sempre più lentamente. Anche le vie storiche del commercio iniziano a risentire di questa drammatica situazione. Giusto poco tempo fa sono sparite tutte le scarpe dalle vetrine di Mastro P, in via Angeli , la via Condotti di Rovigo. Poi c’ è Corso del Popolo , non solo nelle due ali verso San Bortolo o la stazione, ma anche nel cuore da poco riqualificato, dove a farla da padrone in realtà sono più le banche che gli esercizi commerciali. Di negozi sfitti è pieno un po’ tutto il centro: in via Cavour , proprio dietro alla gran guardia ci sono le vetrine di due unità che in passato hanno fatto da ufficio di rappresentanza per alcuni politici in campagna elettorale, ma che non hanno mai avuto particolare fortuna dal punto di vista commerciale. In piena piazza Vittorio Emenuele sono ancora ricoperte di carta di giornale quelle dell’ ex cartolibreria Pavanello, che il Comune vorrebbe ora trasformare in uffici pubblici. Proprio lì accanto c’ era un negozio di lampade. Chiuso anche questo. Nel vicolo tra via X Luglio e via Cavour ci sono due spazi continui abbandonati ormai da anni. Uno di questi è anche completamente ricoperto di locandine e papiri di laurea stracciati. Su piazza Garibaldi , nell’ ingresso di via Silvestri, sull’ uscio di un’ ex sede di banca, giacciono a terra sporcizia e rifiuti. Non un bello spettacolo. La galleria Rhodigium , il primo vero «centro commerciale» di Rovigo, è in abbandono da anni. E basta andare nei quartieri periferici per trovare interi complessi commerciali, realizzati insieme alle palazzine residenziali tra gli anni Settanta e oggi, completamente vuoti. Mai utilizzati. Per Bressanin i problemi sono innumerevoli: «È un dato consolidato ormai che le chiusure superano le aperture. Ci sono le start up che così come nascono muoiono. Alcune sono perfette, ma non si sanno confrontare con il mercato di Rovigo. E poi c’ è la concorrenza nello stesso settore che può decretare la morte dei negozi, anche storici».
Tratto da Il Gazzettino