Saldi: Confesercenti-IPSOS, al via in tutta Italia. Quattro italiani su dieci hanno già scelto cosa comprare, budget medio 267 euro. Ma il 56% dei consumatori deciderà sul momento

Saldi invernali 2025, le tabelle d'inizio

Il cambiamento climatico riduce i margini di manovra dei negozi: “Saldi iniziano prima di aver avuto occasione di vendere a prezzo pieno, stagione fredda deve ancora cominciare”. Le temperature sopra la norma hanno depresso gli acquisti invernali, -46%. Ora si cercano soprattutto calzature (58%), negozi battono online: li sceglierà l’83% 

Saldi invernali al via. Tra mercoledì 3 – in Valle d’Aosta – e venerdì 5 gennaio nel resto d’Italia, iniziano le vendite di fine stagione invernali 2024, primo grande appuntamento commerciale dell’anno e uno tra i più attesi dai consumatori. Quattro su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio previsto di 267 euro, e c’è un ulteriore 56% che acquisterà in caso di offerta interessante e che quindi non ha preventivato la spesa. Ma il cambiamento climatico complica la partita dei commercianti: le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre hanno quasi dimezzato (-46%) gli acquisti delle collezioni autunno-inverno, ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno. 

È quanto emerge da un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti sulle vendite di fine stagione, integrato da una survey condotta sulle piccole e medie imprese associate a Fismo, l’associazione dei negozi di moda Confesercenti. 

Chi compra

Il 40% ha già individuato cosa comprare, e prevede di acquistare entro domenica 7 gennaio, con un budget medio previsto di 267 euro a persona, anche se il 38% prevede di spendere meno di 150 euro. Una polarizzazione confermata dal fatto che la maggior parte assoluta dei consumatori – il 56% – comprerà solo di fronte ad un’offerta convincente. Una quota in crescita rispetto agli scorsi anni, segnale di una maggiore attenzione da parte delle famiglie: l’onda lunga dell’inflazione pesa ancora sui bilanci, e l’acquisto in saldo diventa meno impulsivo e più ragionato.  

Cosa si compra

Chi è intenzionato a comprare cerca soprattutto calzature – 58% delle indicazioni – seguite a stretto giro da maglioni e felpe (56%). La classifica dei desiderata degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l’intimo (34%), gonne e/o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%). Sotto la media le indicazioni per capispalla (21%, lo scorso anno erano il 27%). Il 19% cercherà una borsa, mentre il 17% un abito/completo; il 15% si orienterà invece sulla biancheria per la casa, il 13% su foulard, cappelli e altri accessori. Il 12% dei consumatori segnala interesse per l’acquisto di cinture e il 10% per articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte. 

Dove si compra

Sui saldi, i negozi fisici mantengono saldamente la preferenza dei consumatori: li sceglie l’83%, contro il 51% che prevede di acquistare online. A convincerli è la sensazione di avere più garanzie presso un punto vendita fisico, confermata dal 47% degli intervistati. 

Negozi e clima

A partecipare alle vendite di fine stagione sarà l’85,5% delle medie e piccole imprese del commercio moda, anche se il 92,1% ritiene che la data di inizio – appena una manciata di giorni dopo l’inizio ‘astronomico’ dell’inverno, il 21 dicembre – sia troppo anticipata. Una percezione fortemente acuita quest’anno, dopo un autunno inverno dalle temperature più miti del normale. Un cambiamento climatico che ha inciso sulle vendite del 96% delle imprese, che segnalano un calo medio del -46% delle vendite dei prodotti delle collezioni autunno inverno. 

“Bisogna rivedere le norme che disciplinano le vendite di fine stagione”, commenta Beniamino Campobasso, Presidente nazionale di Fismo Confesercenti. I saldi iniziano in un periodo eccessivamente precoce rispetto al fine stagione, laddove, se si espletassero nel giusto periodo, rappresenterebbero un’occasione di grande interesse economico, sia per gli operatori commerciali che per i consumatori. Le piccole e medie imprese del commercio non hanno un sufficiente lasso di tempo per commercializzare le merci a prezzo pieno, e si vedono costrette a svendere a saldo per seguire l’onda dettata da GDO e commercio on line. A ciò si aggiunge il fatto che le condizioni climatiche, con le temperature praticamente estive che si sono protratte durante tutto il periodo autunnale, hanno pesantemente condizionato negativamente il lancio della vendita di capi invernali: la stagione fredda, a quanto pare, arriverà solo dopo l’avvio dei saldi, con Burian. Per questo, come Fismo, continuiamo a chiedere di posticipare l’inizio degli sconti ad una data più vicina a quella della vera fine della stagione”. 

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