Fismo-Confesercenti Umbria: “Crisi e brutto tempo rallentano le vendite primaverili, adesso sconti iniziali fino al 50%: grandi occasioni per clienti e commercianti”
I prossimi saldi estivi, in partenza anche in Umbria il 6 luglio, saranno un’occasione per clienti e commercianti. “La crisi dei consumi e la situazione climatica incerta – spiega il presidente Regionale Burzigotti – hanno rallentato le vendite primaverili. Per questo i prossimi saldi estivi saranno una duplice occasione: per i clienti, che potranno usufruire di sconti iniziali eccezionali, fino al 50%, e per i commercianti, che avranno invece la possibilità di esaurire le giacenze accumulate in un anno eccezionalmente difficile. Il 2013 ha registrato un continuo calo delle vendite dell’abbigliamento, diminuite nei primi quattro mesi del 4,6% sullo stesso periodo del 2012. Alla riduzione dei consumi è corrisposta una significativa emorragia di imprese: il settore commercio ha visto un saldo negativo di oltre 400 esercizi.
Secondo le rilevazioni condotte da Fismo Confesercenti Umbria sui suoi associati, gli sconti inziali praticati dagli esercenti dell’abbigliamento in questi saldi estivi saranno più alti del solito: sarà molto comune vedere ribassi del 50% fin dal primo giorno. Secondo le stime dell’associazione di imprese della moda Confesercenti, lo scontrino medio dovrebbe attestarsi sui 165 euro, in flessione (-10% circa) sul valore di 184 euro registrato nell’estate 2012.
Tab.1 – Scontrino medio
Estate 2007 | Estate 2012 | Estate 2013* |
220 euro | 184 euro | 165 euro |
*Rilevazioni FIsmo-Confesercenti su imprese associate.
**Stime Fismo-Confesercenti
Quest’anno i saldi arrivano dopo una primavera difficile. Secondo le stime dei commercianti Fismo, tra marzo e maggio le vendite di abbigliamento, tessile, calzature e accessori si sono ridotte tra il 10% e il 20%. E anche nella prima metà di giugno i consumi hanno languito: la sperata ripresa degli acquisti a seguito della sospensione IMU non si è realizzata. “L’incertezza fiscale pesa moltissimo”, spiega Burzigotti “Soprattutto per quanto riguarda il settore dell’abbigliamento; i clienti hanno mostrato una certa tendenza a rimandare l’acquisto, nel timore che in autunno tutte le imposte sospese possano ripresentarsi, magari maggiorate. In una situazione come quella attuale, in cui il reddito a disposizione si è notevolmente ridotto, la spesa per la moda – un tempo caratteristica del nostro Paese – è in costante declino”.
Nonostante l’abbigliamento ‘Made in Italy’ continui ad essere una delle eccellenze del nostro Paese, la diminuzione del reddito globale delle famiglie italiane continua a ridurre la spesa dedicata alla moda. Nel 2012 le
vendite nel commercio al dettaglio di capi di abbigliamento si sono ridotte del -3.3%, quelle di calzature del -2.9%. I primi 4 mesi dell’anno 2013 sono andati peggio: l’abbigliamento ha registrato una flessione del 4.6% rispetto al primo quadrimestre del 2012, mentre le vendite di calzature sono diminuite del 4.3%.
Tabella 2. Spesa abbigliamento Italia (milioni di euro)
2000 | 2011 | 2012 | 2013* | |
Spesa totale | 72.800 | 66.500 | 59.700 | 56.750 |
*Stime Osservatorio Confesercenti
La crisi dei negozi moda: chiudono 41 negozi al giorno, a maggio saldo negativo di oltre 4mila unità
Le rilevazioni di maggio dell’Osservatorio Confesercenti registrano un ulteriore aumento delle chiusure di imprese nel settore abbigliamento, tessile, calzature ed accessori. Su tutto il territorio nazionale, nei primi cinque mesi del 2013 hanno aperto solo 1.901 nuove attività, contro 6.223 chiusure: più di 41 negozi al giorno. Il saldo finale, al 31 maggio, è prevedibilmente negativo: spariscono, senza essere sostituiti, 4.322 esercizi. Si tratta del peggior risultato tra i vari comparti economici della distribuzione commerciale, pari a una flessione del 1,8% dall’inizio dell’anno e del 2,7% da maggio 2012.
Tabella 3 – Saldi apertura/chiusura imprese moda per le regioni italiane
Variazione percentuale imprese registrate | |||
Regione | Gennaio-Maggio 2013 | Dall’inizio dell’anno | Negli ultimi dodici mesi |
Piemonte | – 308 | -2,9 | -3,6 |
Valle d’Aosta | – 1 | -2,0 | -3,8 |
Lombardia | – 458 | -2,3 | -3,2 |
Trentino Alto Adige | – 34 | -0,2 | -1,5 |
Veneto | – 255 | -1,5 | -2,9 |
Fiuli-Venezia Giulia | – 55 | -1,7 | -3,3 |
Liguria | – 152 | -2,4 | -3,6 |
Emilia-Romagna | – 281 | -1,2 | -2,6 |
Toscana | – 293 | -1,3 | -1,8 |
Umbria | – 46 | -1,1 | -1,6 |
Marche | – 110 | -1,7 | -2,6 |
Lazio | – 429 | -1,6 | -2,4 |
Abruzzo | – 118 | -2,3 | -3,4 |
Molise | – 23 | -2,2 | -3,7 |
Campania | – 626 | -1,7 | -1,2 |
Puglia | -367 | -2,1 | -3,4 |
Basilicata | – 60 | -2,6 | -4,2 |
Calabria | – 164 | -2,0 | -2,9 |
Sardegna | – 115 | -2,1 | -2,9 |
Sicilia | – 427 | -1,8 | -3,1 |
Totale Italia | -4.322 | -1,8 | -2,7 |
*Stime Osservatorio Confesercenti