Saldi estivi, Confesercenti Torino: “I piemontesi spenderanno 180 milioni. Scontrino medio in calo: 140 euro. Ma il 70% farà acquisti”

estivi

Il Presidente Banchieri: “Neppure in occasione di questi saldi sono venute meno le cause che inducono i consumatori a tagliare le spese”

  • Il presidente Banchieri: “Famiglie costrette a concentrarsi su mutui, bollette e spese non comprimibili”
  • Caudana, presidente Fismo: “Pesa il cambiamento delle abitudini di consumo, l’attuale modello non regge più”
  • Abbigliamento e calzature, a Torino in dieci anni ha chiuso un negozio su tre: ora sono poco più di 1.400

Dopo una primavera di acquisti non brillante, anche i saldi estivi (da giovedì prossimo, 6 luglio, a Torino e in Piemonte) partono in salita: il budget complessivo che i piemontesi destineranno allo shopping sarà di 180 milioni, in calo rispetto agli oltre 200 della scorsa stagione; 40 di essi provengono dalle quattordicesime, rispetto ai 50 del 2022. Lo scontrino medio si attesterà sui 140 euro, anch’esso inferiore, sia pure lievemente, ai 150 dei precedenti saldi. Soltanto il 10% dei consumatori si dichiara intenzionato a spendere più dello scorso anno. Sono questi i dati dell’indagine condotta dall’ufficio studi di Confesercenti, dalla quale emerge, tuttavia, anche un elemento confortante: rimane stabile (intorno al 70%) la percentuale di coloro che approfitteranno dei saldi e oltre la metà utilizzerà i negozi di fiducia o, comunque, punti vendita fisici.

Gli sconti e l’assortimento – Si partirà subito con forti ribassi (40/50% e oltre) e con un assortimento molto vario di taglie, colori e modelli: le scarse vendite della primavera hanno lasciato molti capi a disposizione della clientela.

Gli articoli – Il meteo fino a pochi giorni fa ha scoraggiato gli acquisti di costumi da bagno e di accessori e abbigliamento per il mare; ora, invece, sono indicati come prima scelta dal 45% dei piemontesi (dato in aumento rispetto al 38% dello scorso anno). Molto richiesti anche maglie, magliette, canottiere e top (44%), gonne e pantaloni (41%), calzature (40%) e intimo (38%). Seguono abiti (30%), borse (25%), biancheria per la casa (23%), cinture (19%).

I negozi – Nonostante i molti dubbi espressi sull’efficacia dell’attuale modello di saldi, rimane comunque alto il livello di adesione dei commercianti: almeno il 90% dei negozi praticherà sconti.

Orbassano e Rivalta – In occasione dell’inizio dei saldi estivi, giovedì 6 luglio i negozi di Orbassano prolungano l’apertura fino alle 23,00; a Rivalta l’apertura fino alle 24,00 si farà sabato 8 luglio.

“Neppure in occasione di questi saldi – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino – sono venute meno le cause che inducono i consumatori a tagliare le spese. Il caro-vita li costringe a concentrarsi su altre priorità: le bollette, i mutui, ma anche gli stessi acquisti quotidiani rendono sempre più arduo pensare a spese non strettamente necessarie. Dalla nostra indagine emerge che anche gran parte della quattordicesima è ormai destinata a far fronte alle necessità più impellenti. L’inflazione è una tassa occulta che colpisce specialmente i redditi medio-bassi e quindi è giusto contrastarla, ma anche gli alti tassi stanno diventando un problema per le famiglie e le imprese. Da questa situazione un settore già in crisi come quello dell’abbigliamento rischia di ricevere un altro duro colpo. C’è solo da sperare che gli sconti particolarmente allettanti e il vasto assortimento inducano i consumatori a cogliere le tante occasioni offerte dai nostri negozianti”.

“Le frequenti piogge degli ultimi mesi – aggiunge Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti, l’associazione dei negozi di abbigliamento e calzature – hanno scoraggiato gli acquisti in vista dell’estate; e, senza dubbio, influisce negativamente anche la ridotta possibilità di spesa delle famiglie. Ma c’è qualcosa di più della crisi economica: stiamo assistendo, non solo in Italia, a un profondo cambiamento degli stili di vita. L’accumulo negli armadi di capi superflui o acquistati d’impulso è sempre meno frequente; a ciò si aggiunga che sta cambiando anche il lavoro: chi è in smart working ha meno bisogno di abiti e non deve rinnovare spesso il guardaroba. Dunque, il ‘combinato disposto’ fra minore disponibilità economica e mutate abitudini di consumo crea ulteriori difficoltà al nostro settore. Per questo emerge sempre più pressante l’esigenza di rivedere l’attuale modello dei saldi, che – stretto fra il dilagare degli sconti anticipati e la concorrenza del web – mostre sempre più la corda. Ciò nonostante, è positivo che una parte consistente dei consumatori continui a preferire i negozi di vicinato, che garantiscono qualità, professionalità, presenza e continuità di rapporto con la clientela. Purtroppo, l’idea di fissare la partenza degli sconti in un giorno lavorativo non mi pare per nulla felice”.

Settore in affanno – Se le previsioni saranno rispettate, gli imminenti saldi soltanto in minima parte potranno essere una boccata d’ossigeno per il settore dell’abbigliamento, da tempo in crisi. I dati sulla natimortalità delle imprese sono eloquenti: in dieci anni a Torino e provincia si è perso un negozio su tre, rispetto al dato generale che fissa il calo del numero delle attività commerciali al di sotto del 20%. Ora i negozi a Torino sono meno di 1.500 e superano di poco i 2.600 con la provincia.

Leggi le altre notizie Confesercenti dal territorio

Condividi