Il testo venerdì al Consiglio dei Ministri
Si apre una settimana decisiva per lo Sblocca Italia, il provvedimento che, insieme alla riforma della giustizia e della scuola, dovrebbe imprimere una nuova spinta al Paese. Il nuovo decreto legge, che si preannuncia piuttosto corposo, arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri venerdì. I tecnici di tutti i ministeri coinvolti (Infrastrutture, Tesoro, Sviluppo economico) non hanno mai smesso di lavorarci, ma da questa settimana, quando anche Pier Carlo Padoan rientrerà formalmente a Via XX Settembre, si entrerà nel vivo della stesura e della definizione completa delle coperture. La lista delle norme e delle opere annunciate è infatti molto lunga ed ognuna di esse richiede risorse specifiche. Alcune già stanziate, altre da trovare prevalentemente nei fondi di coesione o in poste già previste dal governo. Tra queste, oltre un miliardo sarebbe disponibile nel fondo revoche del ministero delle Infrastrutture, ma per la realizzazione di grandi e piccole opere pubbliche l’esecutivo pensa di fare anche ampiamente ricorso ai fondi di coesione europei al 2020. “Lo Sblocca Italia è un provvedimento ambizioso per mobilitare 43 miliardi di risorse già disponibili e che si occuperà anche di efficienza energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche”, ha ribadito anche sabato il premier Matteo Renzi. Sul tavolo ci sono infatti anche bonus e incentivi fiscali, nuovi o da rinnovare, per i quali la partita coperture non è semplice. A inizio mese il presidente del Consiglio ha annunciato che uno dei primi obiettivi è quello di “stabilizzare” l’ecobonus al 65% per il risparmio energetico e l’indicazione potrebbe essere quella di rinnovarlo almeno per un anno. Non ci si sbilancia invece ancora sulla proposta di Lupi di mantenere anche l’agevolazione al 50% per il recupero edilizio. Per quanto riguarda la banda larga, l’ipotesi iniziale era di un credito di imposta generalizzato al 70%, ma non è escluso che l’incentivo possa cambiare forma ed essere destinato a casi specifici.