Confesercenti: “Lo scontrino mancante o irregolare non è indice di ‘infedeltà fiscale’. Nel commercio ‘congruo’ oltre il 90% degli operatori”
In merito ai dati, diffusi oggi, secondo i quali il 31,5% degli esercenti commette irregolarità nel rilascio di documenti che attestano il pagamento, il presidente della Confesercenti, Stefano Papini, dichiara “Ci risiamo. Puntuale come il Natale, arriva anche quest’anno la statistica sulle irregolarità nell’emissione degli scontrini fiscali da parte dei commercianti. E anche in questa occasione non ci stanchiamo di ribadire che ciò non è indice di ‘infedelta fiscale’ da parte del contribuente. Da anni ormai il parametro utilizzato è quello degli studi di settore: in base a essi, infatti, vengono effettuati i controlli da parte dell’amministrazione finanziaria e in base a essi di certifica la ‘correttezza fiscale’ del contribuente. Non emettere lo scontrino o emetterlo con modalità irregolari è una mancanza di tipo formale, che riteniamo sia eccessivamente sanzionata: siamo, anzi, convinti non da oggi che lo scontrino vada definitivamente abolito come indice di tipo fiscale. Speriamo, perciò, che almeno questa volta i dati diffusi oggi siano letti nella loro effettiva valenza e non utilizzati per imbastire la solita, sterile e infondata polemica sull’evasione fiscale. Peraltro, lo stesso rapporto della Gdf indica cifre e circostanze ben diversamente allarmanti sull’evasione fiscale: nulla a che vedere con categorie – come quelle del commercio – la cui congruità rispetto agli studi di settore supera di gran lunga il 90%”.