“Scelta che favorisce le multinazionali”
Da oggi ogni boccetta di liquido da 10ml per le sigarette elettroniche sconterà una tassa pari a 3,73 euro. Il desiderio di tassare un prodotto con tutti i presupposti per crescere sul mercato, è stato talmente forte da indurre un susseguirsi di provvedimenti incongruenti e lacunosi, così incisivi da determinare la crisi di un settore nato con forti potenzialità iniziali.
Nel tentativo di superare le irragionevolezze del precedente impianto normativo che aveva fissato un’imposta pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico sia per i liquidi che per dell’hardware, il Governo ha pensato bene di provare ad aggirare i vizi di incostituzionalità, già rilevati dal Tribunale Amministrativo, definendo un’equivalenza tra le sigarette tradizionali e quelle elettroniche.
Sarebbe andato tutto bene se si fosse semplicemente pensato a cercare una equivalenza in termini di contenuto di nicotina: ovvero se un millilitro di liquido contiene 1.2 mg di nicotina, questo deve corrispondere ad un numero di sigarette che contengono l’identica quantità di nicotina. Ma la semplificazione non è nel DNA dei nostri governanti e tanto meno della pubblica amministrazione. Con procedure tecniche macchinose e prive di alcuna evidenza verificabile ed oggettiva, la determinazione dell’imposta di consumo valida anche per i liquidi non contenenti nicotina, ha raggiunto un livello di tassazione esorbitante.
“Quantificare in poco meno di 40 secondi il consumo di una sigaretta che secondo la norma EN ISO 3308/2012, richiamata nel provvedimento, supera in realtà i 400 secondi, significa determinare un imposta 10 volte superiore a quella effettivamente dovuta. “Tutto ciò è al di fuori di ogni possibile comprensione” commenta Massimiliano Federici, presidente F.I.E.S.EL. Confesercenti.
Nonostante l’auspicio espresso dall’allora sottosegretario Giovanni Legnini a porre attenzione, nel modificare le norme, sugli effetti indiretti di scelte tecniche che sarebbero potute risultare penalizzanti per il settore, “dobbiamo ancora una volta constatare – commenta Federici – che le scelte attuali delle istituzioni non sono garantiste nei confronti di settori emergenti ma proseguono nella difesa di interessi facilmente riconducibili a poteri forti quali quelli delle multinazionali”.
Non è un caso che nel giorno in cui sarebbe dovuta essere definita anche l’imposta per una nuova sigaretta senza combustione alternativa alla tradizionale, sul sito dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, al momento attuale, non c’è alcuna traccia.
“Abbiamo predisposto attraverso i nostri legali un ricorso al Tar del Lazio condividendolo con l’ASSIFEL, Associazione dei produttori di liquidi, che sarà depositato a giorni. Le nostre obiezioni, ineccepibili sotto il profilo giuridico, riguardano la metodologia applicata ai provvedimenti ed il calcolo conseguente che determina la tassa”.