Gianfranco Zinani presidente degli esercenti pubblici e turistici associati a Confesercenti:
“Home restaurant: social eating o ristorazione parallela e quindi concorrenza sleale?”
“Il Social eating è un fenomeno che sta emergendo anche nel nostro Paese complici pure certe tendenze ‘modaiole’ del momento. Ma c’è bisogno di tracciare una linea netta e chiara di demarcazione: tra quello che è condivisione con amici e quello che, invece, è attività abusiva. Le nuove tecnologie e la condivisione sono una cosa meravigliosa, però si corre il rischio di aprire la porta ad una ristorazione parallela che ha ben poco di legale e lontana dai parametri di sicurezza igienico sanitaria, fatta da imprese irregolari che esercitano al di fuori di ogni controllo. Per questo, come Fiepet, a livello nazionale stiamo lavorando ad una proposta di regolamentazione del fenomeno, che presenteremo presto nelle sedi opportune, mentre come Fiepet Modena abbiamo già interpellato in merito AUSL e Polizia Municipale. A tal proposito l’AUSL ha citato una disposizione della Regione Emilia Romagna che ‘in attesa di ulteriori disposizioni ministeriali’ esclude la possibilità di concedere autorizzazioni sanitarie per la somministrazione in abitazioni private”.
Gianfranco Zinani, imprenditore e presidente di Fiepet Modena, l’associazione degli esercenti pubblici e turistici di Confesercenti, si esprime in questo modo rispetto al fenomeno del social eating – che per altro sembra prendere piede anche sul nostro territorio – e cioè la possibilità di servirsi di cuochi non professionisti, reperiti tramite appositi servizi web, per mangiare in case private, trasformate per l’occasione in home restaurant, in cambio di un contributo economico.
“Il social eating rischia di trasformarsi in un’industria alternativa in cui tra cene gourmet e ‘non professionisti’ che chiedono 40-50 euro a pasto per persona, ci si interroga tra operatori tradizionali cosa vi sia di condivisione tra amici e quanto invece di attività di ristorazione abusiva”.
“Il sospetto – conclude il presidente Fiepet – è che tra gli home restaurant si celi un mondo sommerso di imprese irregolari che fanno attività di somministrazione parallela senza rispettare le norme a cui sono tenuti tutti gli altri che lavorano legalmente. Concorrenza sleale, a tutti gli effetti, che crea una distorsione del mercato ai danni delle imprese in regola che investono tempo e denaro per avere requisiti e tutte le certificazioni, a partire da quelle igienico-sanitarie, di sorvegliabilità abilità dei locali, etc. che la legge richiede a ristoratori e pubblici esercizi per tutelare la salute e la sicurezza del consumatore. Si tratta di un interesse collettivo, che deve essere tutelato anche dagli home restaurant del web”, conclude Zinani.