Prima vittoria con l’approvazione del Dl Aiuti in Senato. Il provvedimento interessa nel Bresciano oltre 11mila attività di vendita alimentari e pubblici esercizi
Confesercenti esprime soddisfazione per l’approvazione in Senato del Dl Aiuti, con cui diventa legge il tetto massimo del 5% per le commissioni applicabili agli esercenti (bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati e ipermercati) nelle gare per l’acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici. Nel Bresciano sono circa 3.000 le imprese potenzialmente interessate dalla questione, tra esercizi di vicinato, medie strutture di vendita e grandi strutture di vendita, più 8000 pubblici esercizi, tra bar e ristoranti, che effettuano servizio per il cosiddetto “pranzo di lavoro.
Si tratta di una prima importante vittoria, frutto del lavoro che ha visto unite le associazioni della ristorazione e del commercio – oltre a Confesercenti, ANCC-Coop, ANCD-Conad, Federdistribuzione, FIDA e FIPE-Confcommercio – per rispondere al disagio di migliaia di imprese costrette a pagare una tassa occulta del valore di centinaia di milioni di euro per assicurare il servizio ai lavoratori che utilizzano ogni giorno il buono pasto.
Ora, dunque, parte la contrattazione pubblica, ricordando che la prossima grande sfida riguarderà le gare private. Il secondo obiettivo, infatti, è quello della riforma strutturale del sistema, per intervenire anche sulle gare private che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono ben due terzi del mercato.
“Il traguardo oggi raggiunto – afferma Barbara Quaresmini, Presidente Confesercenti della Lombardia Orientale – rappresenta il coronamento dell’impegno e del lavoro svolto dalla nostra associazione, per tutelare e sostenere le imprese, soprattutto in un momento in cui le marginalità delle attività sono di molto ridotte a causa dell’impennata dei costi energetici e delle materie prime, nonché degli altri fattori concomitanti”.
“Siamo soddisfatti dell’addio a questa ‘tassa occulta’, vicina al 30% del valore dei buoni stessi – dichiara Emilio Zanola Presidente Fiepet Confesercenti -. Non intendiamo tuttavia dormire sugli allori: comincia da ora una nuova battaglia per le gare private. Va rivisitato l’intero apparato e occorre adottare modelli di regolazione mutuati da altri Paesi europei, mettendo al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore, ricordando che lo strumento prevede già importanti vantaggi sia per il datore di lavoro con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione”.