Il destino della Grecia resta appeso a un filo e le borse attendono con il fiato sospeso gli sviluppi di un negoziato che fatica a sbloccarsi.
Il principale fattore che blocca le trattative sulla ripresa dei finanziamenti ad Atene è costituito dalle “divergenze tra Commissione Ue e Fondo Monetario Internazionale sulla ristrutturazione del debito”, ha spiegato il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, aggiungendo che “è cruciale raggiungere un accordo fattibile con i creditori, non uno che tra sei mesi riporti la Grecia nella situazione attuale”. Creditori che comunque “vogliono umiliare il governo greco”.
Intanto il ministro delle Finanze greco, Ynis Varoufakis, in un’intervista a Bild in edicola oggi, ha fatto sapere che Atene non presenterà all’Eurogruppo di giovedì nuove proposte per una soluzione del contenzioso con i creditori internazionali. Non lo farà, ha spiegato, “perché l’Eurogruppo non è il posto idoneo per la discussione di proposte che non siano prima state negoziate a un livello più basso”. In ogni caso, ha aggiunto Varoufakis, la delegazione greca “è pronta in qualsiasi momento” a trovare una soluzione insieme con le controparti, che hanno bisogno di tornare al tavolo delle trattative “con un chiaro e robusto mandato”.
In seguito al fallimento del tavolo negoziale convocato lo scorso weekend, è sempre più concreta la possibilità di un’uscita dall’euro della Grecia, che dovrà rimborsare 1,6 miliardi di euro al Fmi entro fine mese e altri 6,7 miliardi di euro alla Bce tra luglio e agosto. Domani, un giorno prima della riunione dell’Eurogruppo, una nuova mediazione verrà tentata dal cancelliere austriaco Werner Faymann, che volerà ad Atene per incontrare Tsipras.