Renzi: “Non vi lasceremo soli”
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per la ricostruzione nelle aree del Centro Italia colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha visitato le città più interessate dalla scossa, come Arquata, Accumoli e Amatrice. Il decreto legge prevede interventi iniziali per circa 300 milioni di euro, ma il governo ha già chiarito che nel complesso le risorse messe a disposizione saranno molto più consistenti: 3,5 miliardi di euro per la ricostruzione degli edifici privati, 1 miliardo per quelli pubblici. L’Unione Europea contribuirà alla spesa per il 6 per cento circa, mentre il resto sarà a carico dello Stato italiano.
Il decreto legge, molto articolato, è formato da 53 articoli nei quali sono elencati gli interventi che dovranno essere svolti non solo per la ricostruzione ma anche per incentivare la ripresa economica. Sono indicate le modalità per concedere prestiti agevolati per riavviare le attività produttive, le modalità di accesso alla cassa integrazione in deroga per i lavoratori le cui imprese hanno dovuto interrompere la produzione, le soluzioni per rinviare il pagamento di tasse e imposte, i meccanismi di risarcimento integrale per ottenere le risorse necessarie per ricostruire le abitazioni e gli edifici industriali.
I beneficiari dei contributi saranno “tutti i cittadini delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che hanno subito un danno documentato su abitazioni e attività produttive”, ha specificato il governo, chiarendo che “sono stati identificati in tutto 62 comuni nei quali attuare gli interventi. In questi, le persone interessate dal sisma potranno ottenere il 100 per cento dei contributi per le spese nelle abitazioni principali, per le attività produttive e per le seconde case. Per chi ha invece subito danni puntuali fuori dalle aree definite, il contributo resta integrale per le prime case, le attività produttive e le seconde case “nei centri storici e nei borghi caratteristici”, mentre scende al 50 per cento per le abitazioni non principali fuori da centri e borghi”.
Il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, ha affermato che “le imprese impegnate nella ricostruzione, sia pubbliche sia private, dovranno essere iscritte in una “white list”, alla quale si può accedere presentando la documentazione sulle proprie attività, dimostrando di essere in regola per esempio con i regolamenti antimafia”. L’obiettivo è evitare che, come accadde in passato in altri contesti, ci possano essere infiltrazioni da parte del crimine organizzato nella gestione della ricostruzione. Errani ha inoltre spiegato che il decreto prevede un meccanismo piuttosto semplice per accedere alle risorse per la ricostruzione: “si presenta una domanda all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, questo verifica i requisiti e la congruità del progetto e del contributo, si avviano i lavori che sono poi soggetti a periodici controlli e verifiche. Nel caso degli edifici con danni lievi, che quindi richiedono solamente una ristrutturazione, si potrà presentare domanda con perizia e avviare subito i lavori. I finanziamenti per farlo saranno forniti dalla banca scelta dall’interessato, e la banca pagherà con risorse dello Stato senza necessità di anticipo di denaro”.
La Protezione civile stima che nelle tende dei campi di accoglienza allestiti dopo il terremoto ci siano ormai meno di 300 persone. L’assistenza diretta riguarda circa 1360 persone ospitate in varie strutture, e si sta lavorando per trasferire chi è ancora nelle tende, considerato che nelle località per lo più montuose del terremoto si sono raggiunti i 4 °C di notte. I sopralluoghi effettuati finora nelle abitazioni e negli altri edifici danneggiati sono stati più di 22.600, nella metà dei casi periti ed esperti hanno dichiarato l’agibilità dei locali, primo passo importante per potere avviare in sicurezza i lavori di ristrutturazione.