C’è addirittura una mappa, suddivisa per quartieri, per indicare i locali dove una mamma può allattare in tutta tranquillità a Torino. E farlo senza il rischio di incorrere in rimbrotti e divieti come è successo alla donna di Biella allontanata dall’ ufficio postale perché allattava al seno il figlio di tre mesi. L’ ha redatta sul suo sito www.allatto.it Valentina Orsi, mamma di due bambini di 2 anni e un mese, che vive a Torino dal 2007. «All’ inizio è stata una necessità da mamma, poi mi sono appassionata all’ argomento e ho scoperto luoghi dove non avrei mai pensato di potermi sedere tranquillamente con i miei bambini». Il giudizio delle mamme che vivono in città è tutto sommato positivo: «Non mi è mai capitato di trovarmi in difficoltà – racconta Barbara Durand, insegnante e madre di due bambine – Io ho allattato fino a due anni e non ho mai incontrato ostacoli. Negli anni anche le manifestazioni come il Salone del libro hanno creato spazi e postazioni dedicate, non con l’ obiettivo di nascondere le donne ma solo per offrire loro tutta la comodità possibile». Episodi spiacevoli, non molto diversi da quello di Biella, ci sono stati, ma sono un’ eccezione. «Un anno fa una mamma che segue il nostro gruppo ci ha raccontato che le era stato impedito di allattare in un negozio del centro che vende abbigliamento e giocattoli per bambini, un’ assurdità se ci si pensa. La commessa l’ aveva invitata ad andare in bagno», racconta Marcia Braghiroli, consulente del gruppo di sostegno all’ allattamento Luna di Latte. Il tabù è caduto in molti locali i cui titolari hanno capito che le neomamme sono clienti e non è utile metterle alla porta. Lo hanno compreso molto meno i clienti: «Può capitare di sentirti occhiate strane addosso ed è per questo che tanti negozi hanno creato spazi apposta». Molte farmacie, ad esempio, sono diventate pit-stop attrezzati con fasciatoi e poltrone comode, spesso usando le salette del laboratorio analisi.
«Direi che allattare non è mai stato un problema nei nostri locali. Per fortuna Torino non è tanto indietro da applicare un divieto simile – commenta Fulvio Griffa, presidente torinese dei ristoratori di Confesercenti – Al Quadrilatero qualche tempo fa avevamo lanciato una campagna per dotare i locali di fasciatoio e tutto quel che serve e avevano aderito in molti». Dal centralissimo Baratti & Milano di Piazza Castello ai localini di San Salvario non ci sono divieti. «Più la zona è giovane meno ci sono problemi», commenta ancora Valentina. Vanchiglia, il centro e San Salvario sono in cima alla lista dei quartieri a misura di neomamma. Il centro vince sulle periferie. «Non è che una mamma voglia allattare ovunque per provocazione – spiega ancora Valentina – È davvero una necessità se una donna non vuole correre a casa ogni due ore ma fare una vita normale». Il problema viene sollevato sempre più spesso e nelle situazioni più diverse: due anni fa, sempre da Torino, una consigliera regionale del Pd neomamma aveva portato a palazzo Lascaris la questione. È vero che le mamme sono multitasking e si inventano di tutto, «anche una poppata al volo in macchina», commenta Valentina. Ma un sorriso e un posto comodo e accogliente sono sempre ben accetti. «Mi sono sorpresa di trovare tanta disponibilità anche nei negozi. C’ è un negozio di scarpe per bambini in corso Belgio che mette un divano a disposizione ». Le categorie più “baby friendly” sono le librerie. Ma da qualche anno anche musei e aeroporti si sono attrezzati: a Caselle è nata una stanza per mamme e bambini, e ci sono musei, come Palazzo Madama, che hanno addirittura lanciato una campagna per aprire le porte alle famiglie avviando una raccolta fondi per comprare passeggini, fasciatoi, seggiolini per la caffetteria e poltrone per l’ allattamento. “Non è un vezzo ma una necessità se si vuole avere una vita normale I locali ci accolgono, certi clienti ci lanciano ancora sguardi strani” Un sito elenca i luoghi di Torino dove le mamme che allattano sono ben accette.
Da “La Repubblica (ed. Torino)”
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