Federnoleggio – la Federazione di imprese di noleggio con conducente (NCC) di Confesercenti – chiede alle Regioni di porre attenzione alla questione della difesa dei diritti di migliaia di imprenditori onesti, danneggiati da una legge ritenuta anticostituzionale e che va abolita. L’occasione sarà la Conferenza di domani, giovedì 9 maggio, in cui si discuterà, fra l’altro, anche delle problematiche relative alla modifica della legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea.
“Abbiamo già fatto – afferma il presidente di Federnoleggio Confesercenti Luigi Pacilli – un primo passo nella direzione giusta: in seguito alla denuncia inviata da Federnoleggio e ANITraV per una richiesta di procedura di infrazione contro le nuove norme italiane sul servizio di noleggio con conducente, la Commissione Europea ha aperto un procedimento EU-Pilot (EUP-2019-9411) nei confronti dell’Italia per violazione del Diritto Comunitario”.
“Auspichiamo perciò che le Regioni facciano la scelta giusta – prosegue Pacilli – in vista della conferenza Stato-Regioni della prossima settimana. Noi porteremo la nostra battaglia nelle aule dei tribunali, proponendo ricorsi per arrivare, quanto prima, alla Corte Costituzionale come è avvenuto per la Regione Calabria. Ci impegneremo per superare la provincializzazione NCC, mentre al tavolo del MIT chiederemo modifiche sul foglio di servizio elettronico, al fine di impedire che un qualsiasi contrattempo ci costringa ad abbandonare i clienti per strada per obbligo di legge. Vigileremo, inoltre, poiché se non ci sarà una proroga del periodo di transizione concesso per qualche mese – fino al 15 maggio – durante il quale non sono state applicate le sanzioni per violazione delle norme relative al foglio medesimo, potremmo addirittura rischiare di vederci revocare le autorizzazioni NCC rilasciate, magari per non essere rientrati in rimessa dopo ogni servizio”.
“Ci faremo sentire con ogni strumento – conclude il presidente di Federnoleggio – per far capire lo scempio che sta avvenendo a danno di decine di migliaia d’imprese, centinaia di migliaia di lavoratori del settore e decine di milioni di turisti e professionisti, italiani e stranieri, per difendere quegli imprenditori che hanno legalmente investito in attività che hanno creato posti di lavoro e favorito la mobilità in un paese povero di infrastrutture. Imprenditori che hanno acceso leasing – anche garantendoli con la casa familiare – per acquistare veicoli, assicurare stipendi, pagare tasse e contribuire direttamente a mezzo punto di PIL nazionale. Aziende che, dalla sera alla mattina, sono state messe fuori mercato da un Decreto Legge scritto dal Governo al solo vantaggio dei taxi, ignorando tutti gli altri interessi in gioco, a partire da quelli dei cittadini”.