Bastano pochi clic, qualche foto, una descrizione rubata da internet ed in pochi secondi ci si può trasformare in un gestore di bed & breakfast, casa vacanze, albergo o di qualsiasi cosa garantisca un alloggio turistico in località di mare o in una città d’arte, inventando prezzi e tariffe ed incassando caparre e anticipi per poi scomparire.
“La stagione estiva – sottolinea Agostino Ingenito, presidente di AIGO-Confesercenti – ripropone, sempre più spesso negli ultimi anni, le truffe delle case vacanza messe a segno da lestofanti che, attraverso la rete, sono capaci di organizzare un lavoro totalmente al nero, senza alcuna autorizzazione e incassando soldi con un sistema semplice ed immediato, quanto illegale. E non si tratta solo di case fantasma, come è accaduto nell’ultima truffa resa nota ieri, ma anche di strutture esistenti che accolgono visitatori e turisti pretendendo cospicue tariffe, tutto senza alcun controllo. La maggior parte dei portali internazionali di prenotazioni online non chiedono alcuna documentazione o attestazione fiscale. Tutto – precisa Ingenito – è lasciato alla scelta del consumatore, in nome di una libertà imposta dall’Unione Europea che però sembra cozzare con la più volte richiamata sicurezza internazionale. Chiunque può semplicemente mettere in rete la sua o altre case, magari affittare al nero un appartamento, arredare locali e spazi e inventarsi gestore di b&b”.
Il divertente e geniale Totò che vendeva la Fontana di Trevi ad un turista oggi ha emuli meno divertenti e più pericolosi in ogni piega della rete, pronti a punire l’ingenuità di chi cerca soluzioni economiche per andare in vacanza.
“Per questo – afferma il presidente di AIGO – lanciamo un monito ai sistemi online di prenotazione che non controllano la veridicità delle informazioni ed insieme chiediamo un tavolo in Conferenza Stato-Regioni, invitando le On Line Travel Agency (OTA) a rivedere le modalità di promozione di strutture ricettive extralberghiere a tutela dei gestori onesti e dei consumatori. E’ ormai inderogabile un confronto chiaro – conclude Ingenito – per tutelare chi opera legalmente sia nella forma imprenditoriale che come integrazione del reddito, rispettando le normative regionali e le regole fiscali”.
Roma, 19 luglio 2016