“Case vacanze-pollaio, affitti in nero e simili: la deregulation da sharing economy sta causando disparità e disvalore nell’ospitalità italiana. Il caso dell’ex albergo Elena a Palermo, scoperto nel corso di una inchiesta della trasmissione le Iene andata in onda ieri sera, utilizzato come struttura ricettiva alternativa e senza alcuna autorizzazione è emblematico in questo senso: uso di immobili senza titoli abitativi ma utilizzati con la formula di locazioni brevi è ormai una costante ingovernabile su tutto il territorio nazionale”.
Queste le parole di Agostino Ingenito, presidente di AIGO, l’Associazione italiana gestori ospitalità e ricettività diffusa aderente a Confesercenti che denuncia con forza il preoccupante fenomeno dell’abusivismo che colpisce sempre più anche il settore turistico.
Nel 2016, infatti, oltre 225 milioni di presenze sono state assorbite da strutture al di fuori della ricettività ufficiale, più della metà delle presenze ufficiali registrate da Istat (397,8 milioni). Un dato – probabilmente cresciuto nel corso dello scorso anno – elaborato da CST di Firenze per Assoturismo Confesercenti, a partire dalle differenze tra i flussi turistici emersi dalle indagini campionarie Banca d’Italia sui turisti stranieri in Italia ed Istat sui Viaggi e Vacanze degli Italiani e quelle effettivamente registrate nelle strutture ricettive ufficiali dello stesso istituto di statistica.
“Servono regole concrete contro l’abusivismo dilagante. I portali di prenotazione online monopolisti – prosegue Ingenito – incentivano affitti di immobili ad uso turistico senza alcun controllo urbanistico e requisiti minimi di abitabilità, con il conseguente problema della mancata denuncia degli alloggiati alla Questura come per gli adempimenti obbligatori che ogni operatore ricettivo in regolare deve ottemperare.
Da presidente nazionale AIGO ho più volte fatto emergere i paradossi e le irregolarità di un sistema che è assolutamente fuori controllo: servono provvedimenti urgenti in questa direzione, così come occorre risolvere anche la grave questione in corso sul sostituto di imposta, oggetto di vertenza legale in corso tra i portali internazionali che non ritengono di avere stabile organizzazione in Italia e quindi di non dover assolvere al compito di recuperare la cedolare secca imposta dopo l’approvazione dell’art 4 della finanziaria”.
“Appare ormai inderogabile – conclude il presidente di AIGO – intraprendere un percorso che, tenendo conto del sacrosanto diritto di riuso degli immobili e possibile rendita turistica, possa adeguarsi a standard obbligatori e qualitativi univoci in Italia e che non snaturino l’eccezionale ospitalità italiana, rispettando in tal modo i viaggiatori e cogliendo le opportunità concesse dai crescenti trend del turismo individuale ed esperienziale che offre concrete ed interessanti occasioni per valorizzare i territori”.
“Occorrono non solo regole più severe nei confronti di chi opera nell’illegalità – come ha già ricordato il presidente nazionale di Assoturismo Vittorio Messina – ma anche attività di controllo più stringenti sui territori in cui spesso, indisturbati, agiscono fantomatici gestori di strutture turistiche ricettive, privi di regolare licenza e delle autorizzazioni previste dalla legge.
Bisogna prevedere, anche attraverso un maggiore coinvolgimento delle Associazioni Sindacali, conoscitrici delle nostre destinazioni, misure ed azioni sempre più puntuali tese a colpire chi sfugge da ogni forma di censimento da parte delle autorità preposte alla vigilanza del mercato”. “Non è più ammissibile assistere alla proliferazione di irregolari che, rimanendo nell’ombra delle pieghe dell’illegalità, alimentano il grave fenomeno dell’abusivismo e della concorrenza sleale a danno dell’immagine turistica della nostra offerta ricettiva”.