Assohotel: “Gli italiani tornano in vacanza, ma le imprese faticano a ripartire”
“Nel secondo trimestre – afferma l’Istat – sulla base dei dati finora disponibili, gli arrivi negli esercizi ricettivi sono stati pari a 31,6 milioni di unità e le presenze a oltre 96,4 milioni, con aumenti, rispetto al secondo trimestre del 2014, rispettivamente del 2,2% e dello 0,8%.
Si sono registrate – prosegue l’Istat – 53 milioni di presenze di clienti non residenti, che rappresentano il 55% delle presenze totali. Le presenze dei residenti sono state oltre 43,4 milioni. Le presenze negli esercizi alberghieri sono state pari a 66,9 milioni di unità, corrispondenti al 69,4% delle presenze totali, mentre le presenze negli esercizi extralberghieri ammontano a 29,5 milioni.
Le presenze registrate – sottolinea l’Istituto di statistica – nel secondo trimestre, rispetto allo stesso trimestre del 2014, sono aumentate sia per la componente residente della clientela sia per quella non residente (rispettivamente dello 0,3% e dell’1,2%). Le presenze per tipologia di esercizio hanno mostrato incrementi per entrambe le tipologie: +1,1% le strutture alberghiere e +0,2% le strutture extralberghiere.
Mentre la permanenza media è passata da 3,09 giornate nel secondo trimestre del 2014 a 3,05 nel secondo trimestre del 2015, con valori in calo per entrambe le componenti della clientela”.
“I dati diffusi dall’Istat hanno un valore statistico che va interpretato positivamente, ma non rendono correttamente il dato economico, vale a dire il giro d’affari registrato dalle imprese ricettive”. E’ quanto afferma il presidente di Assohotel-Confesercenti, Filippo Donati, commentando l’incremento del dato su arrivi e presenze nelle strutture ricettive italiane per il secondo trimestre dell’anno. “Certamente c’è un riavvicinamento al turismo ed una maggiore disponibilità alla spesa per vacanze – sottolinea Donati – e questo indica una maggiore fiducia nell’andamento dell’economia italiana e nella possibilità di un miglioramento più significativo in futuro. Ma in termini di fatturato, per le imprese ricettive non è cambiato molto: gran parte delle strutture del settore sono state infatti costrette a ritoccare verso il basso i listini per contrastare la crisi degli ultimi anni ed anche per compensare l’incidenza della tassa di soggiorno. Il dato di oggi rappresenta dunque, come è stato per altri indicatori economici, un segnale positivo di una ripresa che è iniziata, che sta muovendo i suoi primi passi, ma che ha bisogno di una spinta forte per iniziare a correre. Le imprese ricettive, come tutte quelle turistiche in generale, stanno cercando di fare la loro parte, anche mantenendo bassi i prezzi. Ma per recuperare la competitività perduta, soprattutto rispetto al turismo internazionale – conclude il presidente di Assohotel – occorre investire di più nel turismo che rappresenta uno dei principali strumenti per il rilancio economico”.