Donati, AssoHotel Confesercenti: “nuovo decreto stessi problemi”
“Dovevano semplificare, ma non lo hanno fatto. Anzi, in alcuni casi hanno addirittura appesantito il carico burocratico. Ed ora migliaia di alberghi sono a rischio chiusura per una politica debole e distratta”.
Cosi Filippo Donati, presidente AssoHotel Confesercenti, ha commentato la pubblicazione del DM 14 luglio 2015 contenente le “Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico – alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50” che ai “fini della prevenzione incendi, allo scopo di raggiungere i primari obiettivi di sicurezza relativi alla salvaguardia delle persone e alla tutela dei beni contro i rischi di incendio” prevedono che tali strutture siano “realizzate e gestite in modo da: minimizzare le cause di incendio; garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti; limitare la produzione e la propagazione di un incendio all’interno della struttura ricettiva; limitare la propagazione di un incendio ad edifici od aree limitrofe; assicurare la possibilità che gli occupanti lascino i locali e le aree indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza”.
“Si tratta di un altro buco nell’acqua nella ventennale vicenda dell’adeguamento antincendio degli alberghi – sottolinea Donati – per cui la nostra associazione si è sempre battuta”.
Il decreto emanato, in applicazione alla legge 27 febbraio 2014 n. 15 doveva semplificare i requisiti ai fini dell’adeguamento antincendio di tutti gli alberghi ed, in particolare, di quelli da 26 a 50 posti letto.
In realtà, infatti, il provvedimento non agevola in alcun modo i requisiti attualmente previsti dal DM 9 aprile 1994 per gli alberghi con oltre 50 posti letto e, nella sostanza, si limita ad un mero restyling delle norme già vigenti. La regola tecnica approvata, infatti, doveva ridurre gli interventi, favorendo l’adeguamento dei piccoli alberghi da 26 a 50 posti letto e permettendo di completare, con minori difficolta, i lavori già avviati da molti albergatori.
Invece, il provvedimento, che peraltro deve essere applicato integralmente in alternativa a quella che era l’attuale normativa, modifica il contesto degli interventi di adeguamento già in precedenza richiesti semplificandone alcuni (es. i requisiti di resistenza al fuoco richiesti per le strutture), lasciandone sostanzialmente invariati molti ma, nel contempo, inasprendo i requisiti per altri.
“Ancora una volta, nella redazione del decreto non c’è stato nessun effettivo coinvolgimento delle associazioni di categoria. Diversamente da quanto auspicato – conclude il presidente di Asshotel – non è stato creato un gruppo di lavoro composto, in equa misura, da rappresentanti dei Vigili del Fuoco e degli albergatori e la regola tecnica è stata scritta esclusivamente dai Vigili del Fuoco. Questo, senza ascoltare la nostra proposta che, una volta accertati i requisiti minimi di sicurezza ai fini dell’ammissione al ‘piano straordinario biennale di adeguamento antincendio’, in modo analogo a quanto fatto in molti altri Paesi europei, suggeriva di rimandare i lavori di adeguamento antincendio ai lavori di ampliamento e/o ristrutturazione dell’albergo”.