Ue, Schauble: “L’Europa chiede più riforme, non meno regole”

Il ministro delle Finanze tedesco: “Ci fidiamo di Roma, ma non dipende dal patto se l’Italia non ha usato fondi Ue disponibili”

“Renzi ha convinto gli elettori con un ambizioso programma di riforme. Ad un’Europa forte serve un’Italia forte, e vogliamo un’Europa forte.”. E’ il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, senior statesman dell’Ue, ad affermarlo in un’intervista a “La Repubblica” in cui sottolinea che Bruxelles chiede più riforme non meno regole ma, dice, “noi tedeschi ci fidiamo di Roma”.

“Non vogliamo una Europa tedesca. Abbiamo un ruolo di leadership ma insieme a Italia, Francia e altri” aggiunge Schauble. “In Europa abbiamo regole, concordate tra tutti. Nessuno può semplicemente cambiarle, sarebbe lecito solo se fatto insieme. Meglio attenersi alle regole e fare il possibile nel loro ambito. La lista delle riforme necessarie è lunga per tutti. L’esperienza di paesi come Irlanda Spagna, Portogallo, lo mostra: hanno dovuto condurre riforme di struttura in cambio degli aiuti europei, e sono ora i paesi con le migliori performances economiche”. “Il consolidamento dei bilanci sovrani – dice Schauble – non è l’alternativa, bensì la premessa per più crescita. Nel Consiglio Ue informale a Milano discuteremo di come rafforzare gli investimenti nazionali ed europei, e far sì che i fondi Ue a disposizione siano utilizzati meglio. Juncker ha avuto ragione”, “dicendo che dobbiamo migliorare l’efficienza dell’uso dei mezzi messi a disposizione dall’Europa”. E sottolinea: “non dipende dalle regole del Patto se l’Italia non ha usato gran parte dei fondi Ue disponibili per lei”. Si sofferma sull’esecutivo italiano: “Renzi, con un programma di riforme molto saggio e ambizioso, ha ottenuto una vastissima approvazione dagli elettori, ciò è una grande speranza. Per un’Europa forte serve un’Italia forte”. E riflette sulle tendenze antitedesche: “l’Europa non appartiene ai tedeschi”. “Noi tedeschi – sottolinea Schauble – non vogliamo impartire lezioni al resto d’Europa. Siamo europei e vogliamo portare avanti l’Europa”. “

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