Veronica Scopelliti, 38 anni, imprenditrice di Prato, titolare di un asilo nido e scuola dell’infanzia.
Scopelliti nell’ambito della rappresentanza è Presidente Impresa Donna Confesercenti Toscana e Prato, inoltre è Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Prato.
Donna, mamma, imprenditrice di successo. Com’è iniziata la sua attività di imprenditrice?
Dopo la laurea mi sono trasferita in Toscana ed ho iniziato il mio percorso nella scuola statale, insegnare è stato sempre il mio sogno mi è sempre piaciuto stare a contatto con i bambini, fin da piccola volevo aprire una scuola tutta mia, essere come Maria Montessori, creare un ambiente a misura di bambino, accogliente e familiare.
Nel 2008 sono diventata mamma di una splendida bambina e quel sogno che per tanti anni era rimasto chiuso nel cassetto all’improvviso si è aperto. Non è stato facile visto che, partendo da zero ho cercato di capire come fare, la parte burocratica è stata devastante, intoppi, richieste di documenti su documenti e persone che purtroppo di asili e scuole dell’infanzia ne sapevano meno di me. Alla fine tutti mi dicevano di mollare ma non l’ho fatto, mi sono documentata, ho creduto in questo progetto e sono andata avanti. Dopo tanti anni e varie difficoltà il mio credere mi ha dato soddisfazione. La struttura accoglie quasi 100 bambini e in questo momento abbiamo la lista d’attesa. La scuola dell’infanzia è paritaria, con il nido ho sviluppato vari progetti, siamo in convenzione con il Comune di Prato e la Guardia di Finanza e poi facciamo parte del progetto Welfare Prato con una convenzione rivolta alle famiglie.
Tutto per i bambini e per quelle mamme che lavorando, come me, hanno difficoltà a conciliare i tempi di vita.
Sempre più spesso si parla d’imprenditoria femminile. Quali consigli darebbe alle donne che vorrebbero intraprendere questa esperienza?
Vero, si sta parlando sempre di più d’imprenditoria femminile, ma ancora siamo indietro. Per una donna non è facile aprire un’azienda dal nulla, ma non solo per una donna, in questo momento per la situazione economica accedere al credito è difficile per tutti ‘specie per le donne’ e certe volte non bastano solo le garanzie messe a disposizione dai Confidi o addirittura come qui in Toscana dalla Regione, le banche chiedono di più. Tante volte le neo imprenditrici mi chiedono consigli e la prima domanda che mi fanno è: ‘come faccio ad accedere al credito’? con la mia esperienza cerco il più possibile di coinvolgere e sensibilizzare e parlare d’imprenditoria femminile perché penso che “le donne sono il motore dell’economia” e fino a quando questo pensiero non viene colto, continuerò a sponsorizzarlo. Sono come una goccia che cade dalla roccia prima o poi il passaggio si apre, No?!
In questo momento il mio consiglio è ‘crederci’, ma non è facile vista la situazione economica e l’accesso al credito, ma le donne hanno una marcia in più e proprio per questo che riusciamo nelle nostre imprese, bisogna incentivare ancora di più. Lo confermano i dati di UNIONCAMERE.
Ma oltre al ‘crederci’ consiglio a tutte le donne che vogliono mettersi in gioco, di essere sempre al passo con i tempi, di essere sempre informate, innovative, lungimiranti e andare ‘oltre’ guardare il più lontano possibile, arrivare alla meta e non fermarsi!!
Come riesce a conciliare vita privata e vita lavorativa?
Me lo chiedono tutti come faccio … e certe volte me lo chiedo anch’io Inizialmente è stato facile vista la mia attività ma negli ultimi anni il mio lavoro si è intensificato, sia lavorativamente che rappresantativamente e devo ringraziare mio marito che in questi ultimi anni mi ha aiutato a conciliare i miei tempi. Dove non arrivo io, lui c’è. Ma non è facile conciliarli, noi donne riusciamo ad essere multitasking ed è nel nostro dna riuscire ad essere presenti il più possibile ed anche in situazioni insormontabili riusciamo ad incastrare tutto, lavoro-famiglia-amici e nel mio caso anche un po’ di politica.
Mio marito mi ripete sempre ‘ma come fai?’ ed io rispondo ‘sono donna’.
Quali pensano siano i principali ostacoli per la crescita dell’imprenditoria femminile?
I principali ostacoli per la crescita dell’imprenditoria femminile è ‘la mentalità maschile’ bisogna uscire da quei retaggi culturali. Per certi versi noi donne quando otteniamo risultati facciamo paura, ma non solo alla figura maschile. In questo caso l’uomo ha il timore di perdere la leadership e il timore di prendere ordini da una donna. Se ci pensiamo bene all’interno della famiglia è la donna che comanda.
Ma nel mondo lavorativo non è cosi purtroppo, non si è capito che se si ha una figura femminile in un gruppo di lavoro, in una dirigenza, o in qualsiasi posizione politico-aziendale si ottengono i migliori risultati. Nella mia azienda ho 9 donne.
Riusciamo ad essere concrete, veloci, riusciamo a fare rete, troviamo le soluzioni più impensabili. Ma un po’ con un nodo in gola ripeto c’è ancora tanta strada da fare e da lavorare e fino a quando ci sarà quella chiusura, non ci sarà una crescita economica. Per noi il lavoro di far carriera diventa più difficile continueremo a fare le corse ad ostacoli, quando in questo momento il ruolo della donna è fondamentale essendo noi un valore aggiunto importantissimo.
A vent’anni della Dichiarazione di Pechino (1995) ancora oggi uno degli argomenti più discussi è quello del cosiddetto gender gap, cosa bisognerebbe fare per raggiungere la parità di genere?
Da oltre 5 anni sono componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Toscana e del Comune di Prato e la questione della parità di genere mi sta decisamente a cuore. Non condivido le quote rosa, ritengo che ci voglia una politica decisamente determinante per quanto riguarda questo argomento.
La presenza delle donne nei luoghi di lavoro è importante ma non basta se non porta anche a nuove politiche di conciliazione ed a un nuovo modo di lavorare. Il fattore determinante più importante per la competitività di un paese è il talento umano, e le donne costituiscono la metà del talento <> In questo caso il ruolo del Governo è importantissimo nel sostenere le politiche giuste, anche le aziende devono creare nuovi posti di lavoro rivedendo posizioni di carriera e riequilibrando tutta la parte salariale. Ma ripeto, in prima battuta ci vuole un ruolo importante da parte del Governo che metta le aziende sulla prospettiva di parità di genere. I costi che un’azienda sostiene in questo momento sono troppo alti per riuscire ad attivare nuove politiche di conciliazione e sviluppo di talenti.
Ultimamente ho partecipato agli stati generali delle donne tenutosi a Firenze, e i dati del report Gender gap non mette in buona posizione l’Italia.
A vent’anni della dichiarazione di Pechino mi viene da dire: ‘siamo ancora a discuterne’?, se penso che in quell’anno lì iniziavo il mio percorso universitario con mille aspettative, una famiglia di donne e pochi uomini, mio padre ci ha insegnato a difenderci dalla mentalità maschilista, cresciute con ideali ed uguaglianze, dove non esisteva la disparità neanche tra donne, ma alla fine quando ti ritrovi ad affrontare il mondo lavorativo ti accorgi che non è cosi, devi far valere i tuoi diritti. A distanza di vent’anni partecipo ad un Convegno e rifletto che non si è fatto quasi nulla, visto che siamo su 136 paesi al 65esimo posto per quanto riguarda la scolarizzazione, 72esimo per la salute, 44esimo per l’accesso al potere politico e 97simo per la partecipazione alla vita economica. Ma il bello è che siamo 124esima per quanto concerne l’eguaglianza salariale, risulta una disparità salariale netta che non va in favore alle donne, solo il 51% delle donne lavora, mentre il 74% riguarda l’uomo. Questi dati riportati riguarda dirigenti d’azienda e gente che decide per carriere e promozioni. Con questi dati si capisce tutto, le donne sono le prime ad essere messe davanti ad una scelta o fare carriera o farsi una famiglia, per non parlare che se una azienda si trova in difficoltà la prima che va a casa è una donna! Non ci siamo!