La recente Ordinanza con la quale il Tribunale di Roma in prima istanza prova a disconoscere in origine il titolo delle Organizzazioni di Categoria, senza neanche valutarne i contenuti argomentativi, né la Legislazione Speciale vigente, a difendere i gestori dagli abusi commessi nei loro riguardi per effetto delle violazioni degli Accordi collettivi da loro stesse sottoscritti, sorprende e amareggia profondamente.
Questo il commento di Faib, Fegica e Figisc, affidato ad una nota congiunta diffusa al termine della verifica fatta dai Gruppi Dirigenti delle tre Federazioni.
Non si tratta qui – prosegue la nota – di non avere messo nel conto la classica alea che sottende, soprattutto nel nostro Paese, qualsiasi ricorso ad un Giudizio Terzo.
Quel che amareggia e sorprende sono i caratteri di confusione, contraddittorietà e superficialità con i quali ci si azzarda a motivare il proprio irresponsabile disimpegno preventivo rispetto al destino di migliaia di lavoratori che pure dovrebbero essere difesi e tutelati dalla Legge e dalla Giustizia ed invece prevaricati ingiustamente da chi ritiene di poter impunemente affermare la prepotenza del più forte.
Disimpegno malamente celato dietro l’“invito” rivolto in extremis ai singoli gestori ad agire individualmente, come se la dipendenza economica e il palese squilibrio contrattuale a cui è costretto di fatto a soggiacere il gestore stesso non fossero caratteristiche conclamate da ripetuti giudizi dei Tribunali di tutta Italia: di qui, l’obbligo normativo alla Contrattazione Collettiva voluto dal Legislatore proprio per mitigare tali caratteristiche.
In simili circostanze – precisano Faib, Fegica e Figisc – appare obbligatorio reagire alla doppia ingiustizia patita, raddoppiando lo sforzo e annunciando sia il ricorso contro l’Ordinanza del Tribunale di Roma, sia avviando in modo esemplificativo le prime cause individuali, sospinti ob torto collo a moltiplicare nelle Aule di Giustizia una conflittualità che avrebbe dovuta e potuto essere risolta nel suo complesso e non certamente in una miriade di dettagli.
A questo proposito, tuttavia, non può non essere rilevato come anche la responsabilità politica, in particolare quella del Ministero dello Sviluppo Economico, in estremo ritardo malgrado le sollecitazioni più volte esercitate, stia oggettivamente concorrendo ad aggravare una situazione che rischia di produrre effetti su tutto il settore, trattandosi di questioni di mera “convivenza civile”, oltreché di recupero di condizioni di legalità e rispetto della Normativa vigente.
Per queste ragioni – conclude la nota sindacale – le Organizzazioni di Categoria annunciano per il prossimo 5 dicembre una Manifestazione dei gestori degli impianti a marchio Esso sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, alla quale farà seguito lo sciopero nazionale degli stessi gestori entro la prima metà del mese di gennaio.
Leggi le altre notizie “Dalle Categorie”