Via Gherzi, Confesercenti Genova: “Giovedì la decisione del Tar sul ricorso contro la privatizzazione dei parcheggi”

GENOVA

 

Sale l’attesa tra i commercianti e i residenti di via Gherzi, a Molassana, per l’esito della fase cautelare del ricorso che i Comitati hanno presentato al Tar della Liguria con l’assistenza dell’avvocato Mattia Crucioli ed il supporto di Confesercenti, schierata fin da subito a fianco degli operatori economici. Il motivo del contendere, come è noto, riguarda la privatizzazione di circa centoventi posti auto, avvenuta con un blitz ferragostano nel 2014, da parte di una società immobiliare, che ha privato il quartiere della più importante area di sosta pubblica di tutta la zona.

L’area in questione fin dagli anni ’60 è stata utilizzata pubblicamente e liberamente da tutta la collettività, Comune di Genova compreso, tant’è che in Via Gherzi si erano nel tempo insediati uffici pubblici, un ambulatorio della Asl e una scuola e, ancora oggi, vi si trovano la farmacia comunale numero 6, un ufficio postale, alcune banche e diverse attività commerciali. Tutto ciò non è stato sufficiente affinché il Comune difendesse l’interesse pubblico alla permanenza del libero parcheggio nell’area: ed infatti, con il provvedimento ora impugnato al Tar, il Comune ha negato l’interesse pubblico al mantenimento della possibilità dei cittadini di sostare in Via Gherzi, spianando la strada alla vendita dei posti auto.

«Ma l’istruttoria espletata dal Comune è stata carente e parziale; noi che viviamo nel quartiere sappiamo benissimo che la via è sempre stata utilizzata fin dalla sua realizzazione da tutta la comunità locale ed abbiamo sempre rivendicato il carattere di pubblica utilità della strada – spiega Dario Pedemonte, portavoce del Comitato degli esercenti di via Gherzi e via Molassana – I parcheggi sono stati chiusi per quella che è stata un’operazione meramente speculativa da parte della società proprietaria; un’operazione rispetto alla quale ogni nostro appello al Municipio e al Comune è caduto nel vuoto, con il risultato che negli ultimi due anni i negozi della zona hanno visto drasticamente ridotto il numero dei clienti, impossibilitati a lasciare la loro auto nelle vicinanze. Alcuni hanno già dovuto chiudere i battenti, mentre altri dovranno seguirli a breve».

«La necessità di ricorso al Tar per chiudere questa vicenda è un brutto segnale, non c’è stata alcuna proposta alternativa in questi due anni, salvo paventare per un breve periodo l’acquisto di qualche posteggio da parte del Comune da mettere a disposizione del pubblico, soluzione finita presto nel dimenticatoio – dichiara Paolo Barbieri, coordinatore di Ancestor Confesercenti – Il tessuto commerciale della Valbisagno è letteralmente assediato dalla grande distribuzione con altre pratiche di apertura in itinere, dal rischio idrogeologico che non è stato mitigato a sufficienza e da una mancanza cronica di sostegno da parte delle istituzioni».

Continua intanto l’assordante silenzio della politica cittadina, anche di fronte ad iniziative promosse dai gruppi consiliari ed i numerosi solleciti.

 

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