Sabato 2 maggio alle ore 11 i negozianti faranno sentire la loro voce
È stata convocata da Confesercenti Arezzo per sabato 2 maggio alle ore 11 la video protesta con la quale i commercianti intendono esprimere la loro contrarietà al Dpcm del 26 aprile e chiedere di poter riaprire le saracinesche dal 4 maggio.
L’associazione di categoria ha raccolto la voce degli associati ed ha voluto fare da megafono ad una richiesta necessaria per poter far tornare a vivere il mondo del commercio, dei servizi, dei pubblici esercizi, bar e ristoranti e gli ambulanti.
Il collegamento dei commercianti con il direttore Mario Checcaglini e il presidente Mario Landini sarà attraverso la piattaforma zoom da dove partiranno le richieste all’indirizzo del Premier Giuseppe Conte. Sarà possibile inoltre seguire la video protesta attraverso la diretta facebook sulla pagina di Confesercenti Arezzo.
“Confesercenti” spiegano il direttore Mario Checcaglini e il presidente Mario Landini “attua una video protesta contro il Dpcm del 26 aprile che non ha considerato minimamente le difficoltà connesse al mondo del commercio, della ristorazione, dei baristi e degli ambulanti che ritenevano, dopo due mesi di blocco, di poter riaprire. Aver protratto la chiusura ha gettato numerose attività nella disperazione”.
“I commercianti” aggiungono il direttore e il presidente di Confesercenti “sono attenti alla sicurezza ed hanno a cuore la salute che rappresenta il bene primario. Non sottovalutano l’emergenza coronavirus ma al tempo stesso sono consapevoli che se la situazione durerà a lungo è urgente poter riaprire in sicurezza. E questo il Dpcm doveva già aver previsto anzichè prorogare le chiusure dei negozi, dei bar e dei ristoranti”.
“Il Dpcm” aggiunge Checcaglini “con la proroga delle chiusure, azzera gli incassi, senza individuare misure di sostegno con provvedimenti capaci di destinare risorse alle aziende che dopo 60 giorni di paralisi hanno ricevuto solo in alcuni casi 600 euro: un unico reddito, in ben due mesi, che non risolve la situazione di difficoltà. Per di più non c’è certezza se i 25mila euro, che sono comunque un debito, arriveranno. Quindi quanto fatto ad oggi non è sufficiente. Nonostante le promesse, è evidente che le imprese sono state lasciate sole e quindi vogliamo, attraverso la video protesta, far sentire la loro voce. Sono aziende di piccole dimensioni che rischiamo di perdere. Vogliamo ricordare che i negozi rappresentano un tessuto prezioso per le città e i paesi del territorio”.
Confesercenti spiega che la video protesta è stata convocata perché i commercianti non sono stati considerati dal Premier Conte, considerando i negozi dei luoghi a rischio più delle fabbriche.
“Non è così” dice il presidente Landini: “tutt’altro. È più difficile mantenere le distanze anticontagio tra i lavoratori in una fabbrica piuttosto che tra cliente e commerciante in un negozio”. Ed è per questo che sarà lanciato l’appello chiaro e inconfondibile: “i commercianti vogliono riaprire il 4 maggio. Alle istituzioni diciamo che la misura è colma e che non è possibile andare avanti così. Se non saranno riaperti i negozi il 4 maggio, molti chiuderanno per sempre. È questo il sentimento diffuso e preoccupante che vogliamo far arrivare a Roma. Ci auspichiamo che la protesta abbia come megafono i mezzi di comunicazione, le tv, i giornali, le radio, i siti web e i social. Si può ancora cambiare. C’è tempo per decretare l’apertura del 4 maggio anche per i negozi, i bar e i ristoranti”.