Vino senza alcol, per Fiesa Confesercenti Modena la proposta UE è un “inganno legalizzato”

L’Associazione è categorica: “Uno schiaffo alla qualità della nostra produzione”

La proposta è ancora in fase di studio a Bruxelles e le certezze arriveranno almeno tra un mese: l’ipotesi di una nuova regolamentazione del vino dealcolato, cioè con una quantità di alcol azzerata o molto bassa, consentirebbe ai produttori di applicare le famose etichette di origine, come Igp e Doc, al vino senza alcol.

Per Fiesa Confesercenti Modena questa proposta è un cavallo di Troia che mina alla radice le nostre produzioni di eccellenza: “Anche se nulla è stato ancora deciso, il fatto che si sia avviata una discussione a livello comunitario per un possibile accordo che apra alla pratica di eliminazione dell’acol nei vini da tavola è un fatto preoccupante: la questione è assolutamente da respingere e rispedire al mittente. Si parla di opportunità commerciali ma a vantaggio di chi? Non certo delle eccellenze italiane, che sono numerose anche nella nostra provincia – denuncia Daniele Mariani Presidente provinciale Fiesa – Federazione italiana esercenti specialisti dell’alimentazione – Confesercenti Modena e Presidente nazionale Assofrutterie – Una bevanda a base di succo d’uva dealcolato non ha nulla a che vedere con il vino e non può essere chiamato tale. Va frenato questo dibattito sui regolamenti dal settore vitivinicolo, altrimenti si rischia, come è già avvenuto per altri regolamenti comunitari, che venga penalizzato e snaturato un prodotto dalla tradizione millenaria oltre a provocare confusione e mancanza di trasparenza nei confronti del consumatore”.

Prosegue Mariani: “Il vino è un prodotto fortemente identitario e culturale e una componente fondamentale della dieta mediterranea: è un alimento che accompagna spesso i nostri piatti, esaltandone i sapori, e che assunto in quantità moderata è utile per la salute. Come associazione ci opporremo con forza a questa ipotesi che punta a snaturare un prodotto che vanta secoli di storia e di pratiche enologiche e che favorisce esclusivamente gli interessi di gruppi economici e multinazionali slegate dai nostri territori”.

Fiesa Confesercenti esprime preoccupazione anche alla luce delle scelte già operate a Bruxelles in passato: “Non vorremmo che quest’ultima “trovata” dell’UE andasse ad aggiungersi ad altre già operative ma altrettanto assurde: basti pensare al via libera al vino senza uva – ottenuto dalla fermentazione di lamponi e ribes – oltre alla possibilità nei paesi del Nord Europa di aggiungere zucchero per aumentarne la gradazione. In questa galleria di assurdità va ricordato anche il via libera alla commercializzazione del primo insetto alimentato, ovvero la larva gialla della farina, che potrà essere consumata come snack”.

Condividi