Z.T.L. Carpi: intervento di Confesercenti e Ascom – Confcommercio

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Entro 2020, il 100% del centro storico sarà Z.T.L. Le Associazioni: “Inaccettabile, completamente contrari”

“Soluzione contro ogni forma di buonsenso,  a rischio la sopravvivenza delle attività commerciali. Va aperto quanto prima un tavolo con l’amministrazione comunale”

“Semplicemente inaccettabile, oltre che decisamente contrari.” È un no unanime, quello che arriva da Confesercenti e Ascom-Confcommercio, rispetto all’affermazione secondo cui entro l’anno 2020 il 100 % del Centro Storico del Comune di Carpi dovrà essere trasformato interamente in Zona a Traffico Limitato (Z.T.L.). Una conseguenza – dovrebbe essere, anche se il condizionale è d’obbligo – del P.A.I.R. (Piano Aria Integrato Regionale) che impone ai Comuni con più di 30 mila abitanti di ridurre il traffico veicolare nei centri abitati del 20 % entro appunto il 2020. Senza contare che, tra le soluzioni previste, c’è anche l’estensione della Zona a Traffico Limitato fino al 100 % della superficie del centro storico.

“Si tratta – riprendono le due associazioni – di una soluzione contraria al buon senso ed alle evidenze scientifiche. Soltanto una minima percentuale dell’inquinamento dell’aria è dovuta al traffico veicolare. Anzi le emissioni di PM10 prodotte dai veicoli circolanti su strada si è dimezzata nell’ultimo decennio grazie alla circolazione di automezzi a minore impatto ambientale (dalle 12.943 tonnellate del 2005 alle 6.729 tonnellate del 2015: dati nazionali – fonte Ispra). La maggior parte dell’inquinamento è invece prodotta dal riscaldamento (su cui non vi sono controlli di sorta) e dall’industria. Quindi, mentre sarebbe una soluzione di dubbia efficacia per la qualità dell’aria che respiriamo essa imporrebbe tali limitazioni all’accessibilità al centro cittadino da mettere in discussione la sopravvivenza delle attività commerciali, di servizio, turistiche ed artigianali in esso insediate.”

“Si tratta dunque di una norma assolutamente inderogabile? E su cui non si può discutere – chiedono Confesercenti e Ascom-Confcommercio – Il P.A.I.R. stesso, a ben vedere, dice di no. I Comuni, infatti, possono raggiungere l’obiettivo della riduzione del traffico veicolare non necessariamente estendendo la Z.T.L., ma anche attraverso misure alternative ed equivalenti. Riteniamo dunque necessario aprire un tavolo di confronto col Comune, e col coinvolgimento di tutte le associazioni imprenditoriale. Vogliamo scongiurare il pericolo di un’attuazione semplicistica del Piano Regionale, con l’estensione cioè, della Z.T.L. a tutto il centro storico, e sulla pelle di chi ci opera producendo ricchezza, posti di lavoro e sicurezza. Non vogliamo che il cuore della città sia consegnato allo spopolamento, all’abbandono ed al degrado.”

“In ogni caso – continuano – prima di aprire ogni ragionamento sulla Z.T.L. dobbiamo sapere quali interventi correttivi l’Amministrazione Comunale intenderebbe mettere in campo. A partire del potenziamento del sistema dei parcheggi: da circa un decennio viene proposto il progetto di quello interrato in Piazzale Meridiana (dietro le Poste). E se invece si aumentasse il numero degli stalli realizzando un parcheggio multipiano esterno? Sarebbe una soluzione più rapida e più economica. Lo stesso dicasi per il parcheggio di Piazzale Baracchi (ex Coop). Che cosa intende poi fare il Comune per potenziare il trasporto pubblico? E per la mobilità integrata? Sarebbe certamente auspicabile un  servizio navetta e di noleggio di biciclette per ridurre i tempi di accesso al centro. E ancora. Quali le soluzioni per incentivare l’acquisto di mezzi di trasposto pubblici e privati a ridotto impatto ambientale? Restiamo in attesa di risposte…”

“Dobbiamo, inoltre, sapere se il Comune sarebbe disponibile a creare un fondo strutturale a sostegno del centro. Un fondo realizzato con gli oneri di urbanizzazione ricavati dall’apertura dei centri commerciali che vada a finanziare l’attività di promozione della città, gli eventi, la riqualificazione e rigenerazione urbana del centro. Da Ultimo, ma non meno importante chiediamo al Comune, qualora fosse necessario, di riaprire un confronto con la Regione perché già a partire dal 2014 il Piano Regionale dell’Aria è stato oggetto di importanti censure da parte del mondo dell’imprenditoria”, concludono Confesercenti e Ascom-Confcommercio area di Carpi.

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